Usa-America Latina: la partita su due tavoli di Rajoy
Durante una conversazione di 15 minuti col Presidente Donald Trump, il Premier spagnolo Mariano Rajoy si è offerto di diventare interlocutore e mediatore tra gli Stati Uniti e l’America Latina.
Nel corso del colloquio telefonico con Trump, Rajoy ha sottolineato come la Spagna, forte di una crescita economica che si attesta sul 3% annuo, e di una ritrovata stabilità politica, sarebbe l’interlocutore ideale per mediare tra Usa e Americhe centro/meridionali. Nonostante il tema non sia stato affrontato esplicitamente nella telefonata, ad interessare maggiormente Rajoy sono i rapporti tra Usa e Messico.
Solo una settimana prima, il premier spagnolo aveva telefonato al Presidente messicano Enrique Peña Nieto per esprimergli la sua solidarietà per le pressioni ricevute da Trump sulla costruzione del muro, che a detta del Presidente Usa dovrebbe essere a carico dei messicani stessi. A rendere aspri i rapporti tra i due paesi nordamericani, oltre alla questione del muro, è l’intenzione da parte di Trump di rinegoziare o addirittura annullare il Trattato di Libero Commercio dell’America del Nord (Nafta in inglese).
Il trattato, in vigore dal 1990, ha istituito una zona di libero commercio tra Usa, Canada e Messico e se abolito comporterebbe gravi danni per l’economia messicana, fortemente improntata all’esportazione. Pertanto Rajoy ha proposto al suo omologo messicano un miglioramento dei trattati di commercio tra Messico ed Unione Europea.
Ciononostante, un comunicato del Ministero degli Esteri spagnolo ha fatto sapere che il colloquio tra Rajoy e Trump sia stato incentrato per lo più su temi di natura economica e di sicurezza (in relazione al vertice Nato che si terrà a Bruxelles il prossimo mese). Il mancato riferimento alla questione messicana, e in generale a temi di politica estera, ha generato critiche da più parti. Il senatore socialista spagnolo Andrés Gil ha affermato che Rajoy doveva pretendere “rispetto e dignità per il popolo messicano” nel corso della telefonata, denunciando “il muro di silenzio sul muro della vergogna che vuole innalzare Trump”.
Molti analisti sudamericani si chiedono quanto sia credibile un mediatore, Rajoy, che da un lato offre solidarietà al popolo messicano e dall’altro, con la controparte, affronta solo argomenti di natura economica, lasciando da parte le gravi problematiche di politica estera che Trump sta facendo emergere.
In questo contesto si iscrivono le dichiarazioni di Evo Morales, Presidente della Bolivia, che dichiara: “Con tutto il rispetto dovuto al Presidente Rajoy, l’America Latina non ha bisogno di interlocutori. Son cambiati i tempi, e questi sono tempi di sovranità”.
di Maurizio di Meglio