Soleimani, non saranno quattro missili a vendicarlo
Dopo aver compiuto l’ennesimo folle e sconsiderato atto criminale contro la Repubblica islamica dell’Iran, il regime americano resta in attesa della doverosa risposta iraniana. “Attaccare le basi statunitensi nella regione non può compensare il sangue del Martire Gen. Soleimani“, ha affermato il comandante della Forza aerospaziale del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc), generale di brigata Amir Ali Hajizadeh. “La vendetta per l’assassinio del Martire Soleimani non finirà con il lancio di quattro missili o colpire una base Usa o addirittura uccidendo Trump. Voglio dire, nessuno di questi ha lo stesso valore del sangue di questo Martire”, ha dichiarato lunedì ai giornalisti il generale Ali Hajizadeh prima dell’inizio della cerimonia funebre del gen. Soleimani. “L’unica cosa che può compensare il sangue di questo Martire è la cacciata dell’apparato militare americano della regione”, ha sottolineato l’alto ufficiale iraniano.
Le osservazioni arrivano mentre oltre cinque milioni di iraniani si radunavano a Teheran per commemorare il loro amato generale. L’Iran ha promesso una “dura vendetta” a tempo debito e nel posto giusto per l’atto terroristico di Washington.
L’assassinio di Soleimani
Qassem Soleimani, comandante della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc), e Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante delle Hashd al-Shaabi, sono stati uccisi a Baghdad da un attacco aereo statunitense. Il raid, avvenuto intorno alla mezzanotte fra giovedì e venerdì 3 gennaio, ha causato almeno otto vittime. Secondo quanto riferito da fonti della sicurezza irachena, oltre al Generale Soleimani e al-Muhandis, fra i morti si contano altri quattro membri delle Hashd al-Shaabi.
L’attacco è avvenuto all’aeroporto di Baghdad dove il capo della Forza Quds era appena giunto. Stando ai primi rapporti, le due auto del piccolo convoglio che stava portando Soleimani alla Capitale sono state centrate e completamente distrutte da missili lanciati da droni. Il corpo del Generale è stato subito identificato grazie a un anello che portava sempre.
di Yahya Sorbello