Qassem Soleimani, comandante della Forza Qods del Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica dell’Iran (Irgc), ha dichiarato ieri nel corso di una riunione con la polizia a Teheran che i negoziati con l’amministrazione Trump nella situazione attuale sono pari alla resa totale.
“Attraverso la pressione economica il nemico vuole portarci al tavolo dei negoziati, ma un tale negoziato sarebbe un esempio di resa; tuttavia, il nostro popolo è vigile e intelligente e crede che la negoziazione nelle condizioni attuali sia pura resa e non cediamo a una tale indegnità”, ha osservato il maggiore generale.
Il 22 aprile gli Stati Uniti hanno posto fine alle sanzioni per gli esportatori di petrolio iraniano, minacciando che qualsiasi compagnia che importa petrolio dall’Iran sarà soggetta a sanzioni. Le sanzioni entreranno in vigore all’inizio di maggio. Soleimani ha dichiarato che la via d’uscita dalle attuali condizioni è una “economia della resistenza“.
L’amministrazione Trump si è ritirata dall’accordo nucleare multilaterale nel maggio 2018 ed ha imposto sanzioni bancarie e petrolifere contro l’Iran. Ciò è avvenuto nonostante l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), incaricata di sorvegliare la conformità dell’Iran all’accordo nucleare del 2015, ha rilasciato 14 rapporti che hanno sempre confermato la piena conformità dell’Iran ai termini dell’accordo.
Nell’ambito dell’accordo nucleare, ufficialmente noto come Piano d’azione globale congiunto (Jcpoa), l’Iran ha accettato di porre limiti alle sue attività nucleari in cambio della risoluzione delle sanzioni economiche e finanziarie. Ritirando l’accordo internazionale, gli Stati Uniti hanno effettivamente violato il diritto internazionale in quanto il Jcpoa è stato approvato dalla risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
di Redazione
