Soleimani, grande stratega dell’Iran
La regione dell’Asia occidentale nell’ultimo anno è riconoscibile con i suoi vari sviluppi e tensioni che hanno lasciato profondi effetti non solo sulla regione ma anche sul mondo intero. Gli sviluppi nella regione a volte sono intrecciati con figure distintive. Una figura di spicco a livello regionale è sicuramente il generale iraniano Qasem Soleimani, noto ai media e a tutti coloro che seguono da vicino gli eventi del Vicino e Medio Oriente. Qasem Soleimani, il cui nome è associato a grandi guerre e vittorie incredibili, è stato e resta un incubo assoluto per i nemici dell’Asse della Resistenza.
Il maggiore generale Soleimani è stato nominato comandante della Quds Force dell’Irgc nel 2000. Prima di allora, ha combattuto nella guerra Iran-Iraq (1980-1988) come comandante della 41a divisione di Tharallah, della Valfajr 8, Karbala 4 e Karbala 5. Dopo la guerra e fino a quando non fu nominato comandante dell’Irgc-Qf, ha combattuto contro i contrabbandieri di droga lungo i confini tra Iran e Afghanistan.
L’ascesa di Soleimani
Prima della guerra di 33 giorni del 2006 lanciata dal regime sionista contro Hezbollah, l’Irgc-Qf non era così nota ai media. Ma con la sconfitta del tanto decantato esercito israeliano, da sempre pubblicizzato come una forza invincibile, da un gruppo relativamente piccolo come Hezbollah, il mondo ha percepito il ruolo dell’Irgc-Qf e il suo stratega, il generale Qasem Soleimani. Tre ondate di scontri tra i gruppi della Resistenza palestinese e il regime israeliano dopo la guerra dei 33 giorni, in cui Tel Aviv ne esce perdente, ha richiamato l’attenzione degli analisti militari, dei media e persino dei politici sulla logistica e l’ideologia alla base dei gruppi della Resistenza. La mancanza di interviste e il suo rifiuto nell’apparire davanti alle telecamere hanno reso il generale iraniano un personaggio avvolto nel mistero.
Il suo nome è anche associato all’eliminazione del gruppo terroristico più brutale e violento della storia, l’Isis. Dopo l’ascesa del gruppo in Siria e Iraq, il generale iraniano si recò nei due Paesi arabi e organizzò forze popolari per una feroce lotta contro l’organizzazione terroristica appoggiata da Paesi stranieri. Ha giocato un ruolo chiave nel sventare una trama su larga scala progettata all’estero per la regione. Il generale iraniano ha organizzato unità di combattenti iracheni volontari nell’ambito delle Forze di mobilitazione popolari (Hashd al-Sha’abi), per cacciare i mercenari fuori dall’Iraq.
La reazione dell’Occidente
Gli Stati Uniti e l’Ue hanno reagito alla vittoria dell’Asse della Resistenza, aggiungendo Soleimani e altri due importanti comandanti dell’Irgc nella loro lista nera del terrore. Il Dipartimento del Tesoro lo ha nuovamente sanzionato a seguito delle accuse di coinvolgimento dell’Iran nell’esplosione di bombe presso l’ambasciata saudita a Washington. È stato etichettato anche come complice dell’assassinio di Rafic Hariri, il primo ministro libanese che è stato ucciso da un’esplosione di una bomba contro il suo convoglio nella capitale Beirut nel febbraio 2005. Le azioni contro l’alto generale iraniano hanno raggiunto un punto culminante quando i legislatori del Congresso degli Stati Uniti hanno apertamente suggerito il suo assassinio.
A marzo, il leader supremo dell’Iran ha premiato il comandante con “l’Ordine di Zolfaghar”, il più alto onore militare dell’Iran, rendendolo il primo destinatario dell’onore dopo la Rivoluzione Islamica del 1979. Rivolgendosi al maggiore generale Soleimani, l’Ayatollah Khamenei ha dichiarato: “Grazie a Dio hai fatto tutti questi sacrifici e questi sforzi. Dio ha benedetto con successo il nostro caro fratello Qasem Soleimani. Si è sempre esposto agli attacchi nemici. Ha combattuto per il bene di Dio e puramente per Dio. Speriamo che Dio lo ricompensi”.
L’operativo più potente del Medio Oriente
Come accennato in precedenza, il comandante della Forza Quds è ora un personaggio noto al pubblico regionale, ai media e ai politici di tutto il mondo. Quest’anno, la rivista Foreign Policy lo ha nominato uno dei primi 100 pensatori globali nel settore della difesa e della sicurezza. In un articolo pubblicato da Business Insider nel 2013, Geoffrey Ingersoll ha descritto Soleimani la potente figura della regione che potrebbe trovarsi ovunque nel regione quando lo desidera. Oltre alle storie dei media stranieri, ci sono altre storie leggendarie che non sono mai state smentite o confermate dalle cerchie ufficiali. Tra le storie più eclatanti vale la pena ricordare il suo messaggio al generale americano Petraeus e l’altra è una lettera posta sulla scrivania dell’ex segretario alla Difesa Leon Panetta durante la sua visita in Iraq.
Si dice che il messaggio di testo sia stato inviato tramite un cellulare consegnato al generale David Petraeus, il comandante delle forze americane in Iraq. Il messaggio presumibilmente recitava: “Devi conoscermi. Sono Qasem Soleimani”. Per quanto riguarda la lettera, Panetta rimase sconvolto quando trovò la missiva del comandante iraniano sulla sua scrivania. La lettera era una semplice nota senza il sigillo speciale del Pentagono, in cui c’era scritto: “Posso avvicinarmi ancora di più se necessario. Qasem Soleimani, il comandante della Quds Force”.
di Giovanni Sorbello