Dall’inizio della guerra, le analisi israeliane si sono concentrate sull’esame dell’efficacia del sistema difensivo contro le minacce missilistiche provenienti da Gaza, Libano, Yemen, Iraq e Iran. Le opinioni si sono divise in tre direzioni: la prima ha sottolineato il problema dell’eccessiva accettazione della strategia difensiva israeliana, basata su mezzi tecnologici, e il suo effetto sul fallimento del 7 ottobre. Il secondo ha elogiato le capacità difensive uniche di Israele, alcune delle quali sono state testate per la prima volta in questa guerra, in particolare i sistemi “Arrow 2” e “Arrow 3”. La terza direzione unisce i due, cioè l’elogio del sistema di difesa israeliano di fronte alle minacce missilistiche, criticando allo stesso tempo la strategia di difesa adottata negli ultimi anni.
L’articolo si basa su un rapporto israeliano scritto dal dottor Yuval Boston per il sito web “Israel Forbes“, che offre una panoramica dello sviluppo delle minacce missilistiche contro Israele e il sistema di difesa aerea multistrato di Israele. Il rapporto evidenzia il progresso tecnologico e gli sviluppi in corso nel sistema di difesa aerea.
Minaccia missilistica contro Israele è aumentata nel corso degli anni
Il rapporto rileva che la minaccia missilistica contro Israele è aumentata nel corso degli anni, a causa della consapevolezza dei nemici di Israele che è difficile penetrare i suoi confini dalla terra, mentre un attacco in profondità in Israele utilizzando i missili è considerato più facile ed efficace. I missili piccoli, leggeri ed economici sono diventati l’arma preferita delle organizzazioni che combattono Israele. La maggior parte dei missili erano primitivi e imprecisi, ma il loro lancio massiccio costituiva una minaccia significativa.
Ad esempio, durante l’operazione il “Giorno dei Quaranta”, Hezbollah ha lanciato 340 razzi Katyusha contro le basi israeliane in prima linea per attaccare l’Iron Dome e consentire ai droni di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Nella sezione intitolata “Non tutte le intercettazioni sono una benedizione”, il rapporto afferma che il successo del sistema nel creare nell’opinione pubblica l’aspettativa che ogni missile sarebbe stato intercettato, ha creato un sentimento di delusione e fallimento per ogni errore commesso da parte israeliana. “La difesa è sempre stata e resterà una componente centrale del concetto di sicurezza israeliano. Allo stesso tempo, la rottura della barriera attorno a Gaza il 7 ottobre 2023 ha ricordato ancora una volta due verità fondamentali nella teoria della guerra: ogni linea di difesa alla fine verrà violata – e le guerre si decidono attraverso l’attacco e non attraverso la difesa”.
Il sistema di difesa aerea multistrato di Israele
Il rapporto afferma che il sistema di difesa aerea israeliano è progettato per far fronte a tutti i tipi di minacce: da un missile balistico lanciato da una distanza di oltre mille km a un missile lanciato dalla Striscia di Gaza verso Sderot, a una distanza di 2-3 km. La difesa aerea, che si è sviluppata nel corso degli anni, è multistrato e combina diversi sistemi adatti a diverse minacce, differenziandosi tra loro per velocità, tempo, natura del volo, dimensioni, massa del missile e sua manovrabilità.
La prossima generazione: missili laser e ipersonici
Il rapporto indica che le industrie aerospaziali israeliane stanno investendo grandi sforzi nello sviluppo di nuovi sistemi di intercettazione. La società “Raphael” ha annunciato nel giugno 2023 l’intenzione di sviluppare il sistema di intercettazione “Kele Had”, che dovrebbe essere il primo ad intercettare i missili ipersonici. Questo sistema si basa su un’arma che i russi hanno utilizzato per la prima volta nella guerra in Ucraina, con motori che aumentano la velocità del missile fino a cinque chilometri, una velocità molto superiore a quella dei missili intercettati da “Iron Dome”. Questo annuncio è arrivato dopo che l’Iran ha annunciato lo sviluppo di un missile ipersonico in grado di eludere i sistemi di difesa israeliani e americani. Oltre al sistema in fase di sviluppo, Israele rafforza il sistema “Iron Dome” utilizzando sistemi di intercettazione basati su laser.
Il rapporto si conclude con la raccomandazione di pensare al futuro strategico della difesa israeliana, concentrandosi sulla combinazione degli sforzi diplomatici con la strategia di difesa e non basandosi solo sulla tecnologia.
di Redazione