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Sistema antimissile THAAD non proteggerà Israele

Gli Stati Uniti d’America hanno deciso di dispiegare il sistema antimissile THAAD in Israele, oltre all’invio di cento soldati e tecnici americani. Questo passo costituisce solo un’ulteriore prova del profondo impegno dell’amministrazione americana nel proteggere l’entità occupante israeliana dall’Asse della Resistenza.

Washington aveva precedentemente inviato il sistema antimissile THAAD a Israele due volte: la prima nel 2019, e l’altra dopo l’operazione Al-Aqsa Flood del 7 ottobre dello scorso anno, ma ciò non ha fermato la caduta di razzi sui territori palestinesi occupati.

Pertanto, la recente decisione dell’amministrazione Biden non è altro che propaganda psicologica per sollevare il morale dei coloni israeliani, ma sul piano militare la notizia non ha grande importanza né capacità di fornire una protezione efficace. La Repubblica Islamica dell’Iran è stata in grado per due volte, durante le Operazioni True Promise.1 e 2, di effettuare attacchi con successo nonostante la presenza di sistemi di difesa israeliani come “Iron Dome”, “David’s Sling”, “Arrow” e altri sistemi della Campo occidentale guidato dall’America (che comprende anche il sistema THAAD). Né la sua efficacia è stata dimostrata negli scontri precedenti, compreso l’attacco iraniano alla base americana “Ain al-Asad” in Iraq, o quando l’Iran o l’Asse della Resistenza hanno attaccato obiettivi americani o israeliani nella regione (come l’attacco yemenita contro l’impianto petrolifero di Al Dhafra negli Emirati Arabi Uniti nel 2022).

A tal proposito, alcuni media occidentali e israeliani hanno riferito che Israele aveva rinviato i suoi piani di attacco all’Iran, “in risposta” all’operazione True Promise-2, in attesa dell’arrivo di questo sistema.

Specifiche più importanti del sistema antimissile THAAD

È progettato per intercettare i missili balistici nella fase finale del loro volo, cioè quando i missili entrano nell’atmosfera. Questo sistema utilizza una tecnologia avanzata per distruggere i missili attraverso un metodo hit-to-kill. Cioè, a differenza di molti altri sistemi che utilizzano esplosivi, il sistema THAAD colpisce direttamente il missile con energia cinetica e lo distrugge. L’azienda che lo produce afferma che questo aiuta a ridurre i danni collaterali e gli conferisce un’elevata precisione nell’intercettare bersagli missilistici. Il sistema è prodotto dalla società americana Lockheed Martin.

Componenti del sistema

  • Missili intercettori: questi missili distruggono i missili balistici ad alta quota attraverso l’energia cinetica senza utilizzare una testata (altitudine massima 150 km).
  • AN/TPY-2 Ground Radar (GBR): è uno dei radar più moderni al mondo e viene utilizzato per identificare e tracciare missili balistici da lunghe distanze. Questo radar è in grado di rilevare bene le minacce missilistiche e di inviare le informazioni al sistema di controllo del fuoco.
  • Sistema di controllo e comunicazione: questa sezione è responsabile dell’elaborazione dei dati radar e della direzione dei missili intercettori.
  • Lanciatore mobile: il sistema è installato su almeno 6 lanciatori mobili, ciascuno dotato di 8 missili, ed equipaggiati su veicoli M1075, lunghi 12 metri e larghi 3,2 metri, e con essi operano due centri operativi tattici mobili.

Esempi di impiego e utilizzo

  • Corea del Sud: nel 2017 sulla scia delle minacce missilistiche della Corea del Nord.
  • Emirati Arabi Uniti: nel 2016, è stato uno dei primi Paesi ad acquistare il sistema per far fronte alle minacce missilistiche regionali, in particolare lo Yemen.

Gli Stati Uniti dispongono di sette batterie di questo sistema, che in futuro verranno ampliate a otto batterie.

Le sfide più importanti che questo sistema deve affrontare:

1) Limitazioni nella fase di volo. Può essere utilizzato solo nella fase finale del volo del missile, quindi sono necessari altri sistemi per operare nelle fasi iniziali o intermedie.

2) Questo sistema è costoso e può essere un facile bersaglio per gli aggressori, poiché è esposto al monitoraggio e al targeting (il costo di un sistema per l’Arabia Saudita nel 2017 è stato di circa 340 milioni di dollari, mentre il costo di un missile intercettore non è meno di 2,3 milioni di dollari). Inoltre, importando in Israele 48 missili THAAD con i loro equipaggi, sapendo che ci sono solo 800 missili THAAD operativi nel mondo (la sua produzione annuale è di 50), ogni singola intercettazione balistica richiede due missili THAAD, e quindi la quantità inviata è sufficiente a intercettare solo 24 missili balistici iraniani. Come sarebbe la situazione se lanciasse un attacco missilistico simile a quello avvenuto in precedenza, con almeno 180 missili? E se si trattasse di un tipo ipersonico a cui è molto difficile opporsi?

di Redazione

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