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Eln: concluso il primo ciclo di dialoghi in Ecuador

Il primo ciclo di dialoghi tra la Colombia e i rappresentanti dell’Eln, esercito di liberazione nazionale, si è concluso il 6 aprile e Quito, in Ecuador. Questo ciclo di conversazioni, iniziato l’8 febbraio, comprende due tavoli di discussione: uno riguarda “dinamiche e azioni umanitarie”, l’altro “partecipazione della società per la costruzione della pace”. I colloqui riprenderanno il 3 maggio, secondo quanto comunicato da Juan Camilo Restrepo, capo negoziatore scelto dal governo colombiano. L’esponente della controparte, Pablo Beltrán ha invece sottolineato l’importanza di una cessazione delle ostilità per garantire il corretto e migliore sviluppo dei negoziati di pace.

Su questa comune volontà si è sviluppato il principale risultato degli incontri: un’azione di “sminamento umanitario” per una diminuzione dell’intensità del conflitto. Si legge nel secondo comunicato congiunto: “il proposito è proteggere le persone non combattenti e la popolazione civile dagli effetti del conflitto armato, tramite azioni e accordi di carattere umanitario, in conformità al diritto umanitario internazionale”.

Trattative di pace tra delegazioni dell'Eln e del governo colombiano
Trattative di pace tra delegazioni dell’Eln e del governo colombiano

La partecipazione delle Farc ai colloqui tra governo ed Eln

Presente al ciclo di incontri anche una delegazione delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, composta da Pastor Alape e Carlos Antonio Lozada. “La sincronizzazione di entrambi i processi di pace è parte dell’accordo tra le due forze combattenti”, ha spiegato Pablo Beltrán.

Nonostante le buone premesse, c’è un dato che ancora preoccupa le parti in causa e l’opinione pubblica colombiana: da gennaio dell’anno scorso a oggi sono stati assassinati 160 leader nell’ambito dei diritti sociali, umani e della tutela dell’ambiente. Questi omicidi politici mirati, allontanano la società civile dai colloqui di pace, minando la partecipazione sociale sulle trattative in corso.

Entrambe le parti però confidano nella possibilità di umanizzare la guerra e il conflitto e ripartire da questo clima distensivo il 3 maggio, quando si aprirà il prossimo tavolo di dibattito.

di Irene Masala

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