Siria, vogliono cancellare l’identità di un popolo

Siria – Gli agricoltori alawiti, che un tempo lavoravano le terre fertili della parte orientale di Hama, ora vedono le loro proprietà agricole sequestrate e affittate a stranieri. Notizie locali hanno evidenziato il coinvolgimento di aziende come Iktifaa Agricultural Investment, che opera sotto la supervisione del Comitato Economico del governo siriano. Queste aziende stanno firmando contratti di locazione non autorizzati con individui estranei alla zona, escludendo i legittimi proprietari. I terreni, un tempo utilizzati per la coltivazione di ulivi e pistacchi, ora sono lasciati marcire, con il bestiame che pascola liberamente e distruggendo quello che un tempo era il sostentamento di molte famiglie. Le terre rubate vengono cedute a coloni stranieri, molti dei quali sono affiliati al programma turco-israeliano per creare zone cuscinetto e garantire il controllo territoriale per un futuro uso militare.
Questo cambiamento demografico forzato non si limita alle sole campagne. Nelle città, come Mahardah, famiglie provenienti dai villaggi vicini hanno occupato le case degli alawiti sfollati. L’occupazione illegale di abitazioni fa parte di un più ampio sforzo per creare insediamenti permanenti per i nuovi arrivati, in particolare mercenari stranieri e le loro famiglie. Questa tendenza allarmante indica un piano più ampio in cui terroristi e coloni stranieri, provenienti dall’Asia centrale, dall’Asia meridionale, dal Sud-est asiatico e dall’Africa, vengono trasferiti in queste aree per consolidare il controllo di Hts. Questi coloni, sostenuti da fazioni turche e israeliane, rappresentano una seria minaccia per la popolazione siriana nativa, in quanto vengono introdotti per sostituirla e stabilire una presenza militare e civile a lungo termine in aree strategiche.
Siria, attacco diretto al patrimonio culturale
Le implicazioni di questa ingegneria demografica sono profonde. Non si tratta solo di terra o risorse; si tratta di cancellare l’identità stessa dei siriani nativi. L’espulsione forzata di intere comunità, la distruzione delle loro case e la cancellazione dei loro monumenti culturali e religiosi rappresenta un attacco diretto al patrimonio culturale della Siria. Il futuro di queste regioni è a rischio, poiché diventano sempre più irriconoscibili. Lo sfollamento delle popolazioni autoctone, l’insediamento di militanti stranieri e delle loro famiglie e la creazione di zone cuscinetto lasceranno la Siria divisa e frammentata. Gli interessi strategici di Israele e Turchia in queste aree, tra cui la creazione di installazioni militari, insediamenti e zone cuscinetto, complicano ulteriormente la situazione.
Se queste azioni continueranno senza controllo, il futuro per i siriani autoctoni sarà cupo. Lo sfollamento forzato di intere popolazioni, unito al reinsediamento sistematico di mercenari stranieri, porterà probabilmente a un’alterazione demografica permanente di regioni chiave. Aree che un tempo ospitavano comunità alawite e sciite potrebbero presto diventare territori interamente controllati dall’estero, lasciando ai siriani autoctoni poche speranze di tornare alle proprie case. La creazione di zone cuscinetto e installazioni militari da parte di potenze straniere consoliderà ulteriormente questo cambiamento demografico, compromettendo in modo permanente l’integrità territoriale della Siria. Le conseguenze a lungo termine saranno un Paese frammentato, con sezioni della Siria permanentemente sotto il controllo di terroristi sostenuti dall’estero, il cui obiettivo è rimodellare la regione secondo i propri interessi ideologici e geopolitici.
Coloro che si definiscono musulmani, e in particolare sunniti, stanno sostenendo questi orribili massacri, perpetrati da coloro che vengono definiti “mujaheddin del califfato” di Erdogan. Devono rendersi conto di cosa stanno sostenendo e chi stanno sostenendo. Non siamo nel 2011, quando tutto sarebbe rimasto nascosto. Ora tutto è documentato. Salviamo la Siria prima che sia troppo tardi!
di Redazione