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Yemen, cibo utilizzato come arma da guerra

Oltre alle bombe, ovviamente intelligenti e magari fabbricate in Italia che piovano copiosamente sulle teste degli yemeniti, anche il cibo è diventato un’arma da guerra in Yemen, in quanto milioni di persone dall’inizio della brutale aggressione militare saudita stanno affrontando una tremenda carestia. 

“Lo Yemen è sull’orlo di una devastante carestia: il colera sta causando una drammatica crisi alimentare, il cibo viene utilizzato come arma di guerra”, ha dichiarato l’assistente esecutivo del World Food Programme (Wfp), Elisabeth Rasmussen durante una conferenza sugli aiuti allo Yemen. 
Il conflitto nel Paese yemenita ha lasciato sette milioni di persone a rischio di carestia e circa 17 milioni – il 60 per cento della popolazione globale – a rischio cibo insicuro, secondo le Nazioni Unite.

Almeno 2,100 persone sono morte di colera dallo scorso aprile, poiché gli ospedali sono sull’orlo del collasso e faticano ad assicurare le forniture di base a causo dei blocchi imposti dal regime saudita sui porti e sugli aeroporti. 

La coalizione guidata dall’Arabia Saudita è stata aggiunta nella lista nera delle Nazioni Unite, in quanto responsabile dell’uccisione di migliaia di bambini. 

La chiusura dell’aeroporto internazionale di Sana’a, bombardato più volte dai jet sauditi, ostacola la fornitura di beni di prima necessità.

“La coalizione saudita deve fornire un accesso umanitario sicuro e rapido per gli aiuti attraverso tutti i porti e gli aeroporti, in particolare attraverso il porto di Hodeida e l’aeroporto di Sana’a, nonché su strada”, ha dichiarato Mark Lowcock, segretario generale per gli Affari umanitari, aggiungendo che: 

”L’Arabia Saudita e gli alleati negano regolarmente l’accesso alle agenzie umanitarie e hanno arbitrariamente ritardato o negato decine di richieste di personale umanitario per entrare nel Paese”.

Per l’Arabia Saudita la guerra sta divenendo insostenibile per il crescente costo delle operazioni e delle coperture internazionali da comprare, e per il prezzo politico divenuto proibitivo. Riyadh, ovvero Mohammed bin Salman, l’attuale principe ereditario saudita e Ministro della Difesa, nel marzo del 2015 aveva lanciato l’operazione per affermare la propria egemonia nell’area; il disastroso esito dell’operazione sta erodendo rapidamente credibilità e peso politico della corona saudita. L’aggressione militare di Riyadh ha gravemente danneggiato le infrastrutture dello Yemen, oltre ad aver causato la morte di oltre 12mila persone.

di Giovanni Sorbello

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