Le milizie curde alleate degli Stati Uniti nel nord-est della Siria stanno rilasciando i prigionieri dell’Isis in cambio di denaro nell’ambito di uno schema di “riconciliazione”.
Circa ottomila uomini siriani e iracheni accusati di essere membri dell’Isis, e altri duemila stranieri che non sono stati rimpatriati dai loro Paesi d’origine, sono detenuti in tre sovraffollate carceri amministrate dalle Sdf nel nord-est della Siria.
I terroristi rilasciati firmano una dichiarazione in cui promettono di non ricongiungersi a nessuna organizzazione armata e di lasciare il nord e l’est della Siria sotto il controllo delle Forze democratiche siriane a guida curda, ha riferito il Guardian.
Due militanti rilasciati – che avevano combattuto con l’Isis fino al crollo del cosiddetto califfato nel marzo 2019 – si sono riuniti con le loro mogli e i loro figli, che sono stati anche liberati dal campo di detenzione di al-Hawl. Le famiglie si sono poi recate nella provincia di Idlib e hanno attraversato il confine con la Turchia. Non è noto quanti uomini siano stati in grado di acquistare la loro libertà attraverso questo accordo.
Nel 2014, gli Stati Uniti hanno condotto i loro alleati nell’invasione della Siria. La coalizione, con il pretesto di combattere il gruppo terroristico Takfiri di Daesh, mantiene la sua presenza illegale nel Paese arabo. Il legittimo governo di Damasco e i suoi alleati hanno sconfitto l’organizzazione terroristica alla fine del 2017.
di Redazione
