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Libano. Tripoli sprofonda nel caos

di Giovanni Sorbello

Beirut – La tensione a Tripoli è sempre più alta, il livello degli scontri diventa sempre più violento. Solo nella giornata di ieri cinque persone sono rimaste uccise durante gli scontri tra sostenitori e oppositori del governo siriano nella città libanese. Da martedì tredici persone sono morte in scontri tra i quartieri di Jabal Mohsen, i cui abitanti sostengono il presidente siriano Bashar al-Assad, e Bab al-Tabbaneh, dove i residenti si oppongono al governo di Damasco.

Non è un segreto che la situazione in Libano si sia evoluta in conformità con gli sviluppi della crisi siriana.

Questi eventi si verificano dopo un periodo di relativa calma, dopo che l’esercito siriano ha fatto progressi nella bonifica di diversi villaggi circostanti, provocando un calo nel contrabbando di armi e infiltrazioni di combattenti attraverso le zone di confine.

Contemporaneamente l’attività è aumentata fortemente lungo i villaggi di frontiera tra la Turchia e la Siria.

A coordinare tutti gli estremisti e i loro armamenti nel nord del Libano, per poi inviarli in Siria è lo sceicco Ahmad Al-Asir, finanziato dal Qatar.

I ruoli sono distribuiti tra l’Arabia Saudita che finanzia i movimenti wahhabiti, mentre il Qatar finanzia i movimenti salafiti e gruppi vicini ad al-Qaeda, con la supervisione da parte di Stati Uniti, Israele e alcuni paesi europei.

Infine, le registrazioni vocali riguardanti il deputato del partito Futuro, Okab Sakr, hanno rivelato il suo coinvolgimento nella fornitura di armi ai ribelli siriani, e rappresentano solo una goccia in un oceano di prove che verranno comunicati al più presto.

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