Siria, la Russia è il “cuscinetto” di Israele
L’intervento militare russo in Siria ha sicuramente indirizzato il conflitto a favore del legittimo governo di Damasco, ma tante sono le ombre che aleggiano sull’onesta dell’operato di Mosca. Due anni dopo l’operazione dell’esercito e degli alleati siriani nel sud del Paese e la piena liberazione delle province di Daraa, Suweida e Quneitra, ci sono alcune attività sospette che stanno riportando la situazione nel sud della Siria all’inizio della guerra.
Le vittorie dell’esercito siriano e dei suoi alleati nel sud della Siria avevano riportato una certa calma nell’area. Negli ultimi mesi è riesplosa la tensione con scontri armati che hanno causato decine di vittime. In effetti, gli ultimi due mesi hanno registrato le perdite più alte negli ultimi due anni. A maggio, sono state uccise 43 persone, tra cui 25 soldati siriani e 17 forze del 5° Corpo. A giugno, più di 27 ex militanti (5° Corpo) hanno perso la vita.
Dopo aver attuato le riconciliazioni nazionali, alcuni militanti si sono trasferiti a nord, alcuni hanno partecipato al processo di bonifica e sono tornati alla vita normale, mentre altri hanno formato una nuova unità sotto la supervisione russa come il 5° Corpo al comando di Ahmed Al-Audeh (un comandante di spicco dei militanti) e si sono uniti all’esercito siriano. La protezione di alcuni posti di blocco tra e all’interno delle città è stata assegnata alle forze del 5° Corpo, e queste forze, insieme ad altre unità di sicurezza dell’esercito siriano, si sono assunti la responsabilità di stabilire la sicurezza in varie aree meridionali.
Intrighi russi nel sud della Siria
Vale la pena ricordare che il controllo e l’istituzione della sicurezza a Busra al-Sham e nei villaggi circostanti nella parte orientale di Daraa sono stati affidati alle forze del 5° Corpo, e l’istituzione della sicurezza nelle aree occidentali e settentrionali di Daraa alla 4a Divisione e ad altre unità dell’esercito siriano. Il 5° Corpo ha svolto correttamente il suo compito e lo stato di sicurezza nel sud della Siria è stato abbastanza buono, tuttavia negli ultimi mesi si sono verificati strani attacchi e imboscate contro l’esercito siriano.
Il mese scorso una convoglio dell’esercito siriano e del 5° Corpo è stato colpito da una bomba esplosa lungo la strada e ucciso nove ex militanti (riconciliati) e un soldato. A maggio, in un’altra imboscata fuori dalla città di Tafas, sette ex militanti riconciliati tra cui due comandanti sono stati uccisi insieme a soldati siriani. Oltre a queste attività, ex gruppi di milizie nel sud della Siria sono diventati attivi e hanno rilasciato dichiarazioni contro l’amministrazione siriana provocando la gente a opporsi al governo.
In importanti aree meridionali come Busr al-Sham, Daraa al-Balad, Tafas, le proteste sono aumentate e la situazione si sta avvicinando a ciò che era all’inizio della guerra. I manifestanti chiedono il rilascio di prigionieri da parte del governo.
Il punto più significativo in tutte le proteste è che i manifestanti hanno cantato slogan anti-Bashar al-Assad. Questi manifestanti invitano il governo siriano a ritirare le forze iraniane e la Resistenza dal sud della Siria. Affermano che gli attacchi contro le forze del Quinto Corpo sono stati effettuati dalle forze affiliate all’Iran e al governo siriano. In tutti i casi di cui sopra, la Russia è stata esclusa dalle proteste.
Proteste manovrate
Va notato che tutte queste proteste contro il governo e l’esercito siriano da parte dei militanti sono fatte come se la Russia non fosse alleata del governo siriano. Questo fa intuire la natura di questo movimento. I media pro-militanti stanno diffondendo affermazioni secondo cui l’esercito siriano e le forze della Resistenza sono arrabbiati per l’ascesa del 5° Corpo, che è sotto la supervisione russa, perché la Russia sta reclutando più membri degli ex “ribelli” e intende aumentare il suo potere e influenza nel sud della Siria.
Ahmed Al-Audeh, attuale comandante del 5° Corpo, ha dichiarato la sua intenzione di formare un “nuovo esercito in Houran”. “Presto Houran avrà un esercito. Questo non è solo per la difesa di Houran, ma piuttosto sarà lo strumento più potente per difendere la Siria”, ha affermato il comandante. Coloro che conoscono Al-Audeh e il suo passato sanno cosa intende per nuovo esercito. È chiaro lo sforzo di formare un cuscinetto tra Israele e le forze siriane e della Resistenza.
Cosa c’è dietro?
Uno scenario probabile è che Israele stia cercando di utilizzare le potenti lobby ebraiche in Russia per costringere Mosca a creare una forza cuscinetto tra il suo confine e le forze della Resistenza. Questo può essere fatto occupando il sud della Siria da diversi gruppi “ribelli”, in modo simile a quello fatto negli anni precedenti dal Fronte al-Nusra e altri gruppi di terroristici.
Opzioni
– Una prima opzione sarebbe quella di aumentare l’influenza della Russia nel sud della Siria attraverso forze vicine a Mosca, poiché i russi non sono mai una minaccia per Israele e il regime sionista preferisce i russi vicino al suo confine rispetto alla Resistenza e all’esercito siriano.
– Una seconda opzione potrebbe essere quella di creare un esercito come quello annunciato da Al-Audeh, che sarebbe l’opzione migliore per Israele.
Asse della Resistenza unica certezza per la Siria
La Siria è diventata un pericoloso groviglio di Paesi che stanno attuando una propria agenda politica. Nessuno si era illuso su Mosca, Putin è intervenuto in Siria solo per soddisfare gli interessi suoi e della sua cerchia di oligarchi. Gli ultimi eventi militari confermano questa realtà. È impensabile immaginare una Russia che si oppone alla volontà di Israele. Fin dall’inizio della sua missione in Siria, Mosca non si è mai opposta ai raid israeliani sulla Siria. Ricordiamo un episodio su tutti, l’invio in Siria del sistema di Difesa aerea S-300 (a seguito dell’abbattimento dell’aereo russo) che Mosca non ha mai attivato, permettendo a Israele di colpire deliberatamente il Paese.
Chi in Siria è intervenuto lealmente a difesa di una regione sotto attacco terroristico è stato l’Asse della Resistenza formato da Iran, Hezbollah e le varie milizie sciite irachene, afghane e pachistane. Sono stati coloro che, lontano dai riflettori e da ogni tipo di interesse, hanno pagato il conto più salato in termini di vite umane, risultando determinanti nella lotta contro i gruppi terroristici.
Riteniamo doveroso sottolineare le differenze tra chi una guerra la combatte per interesse e chi per devozione alla libertà della sua gente e della sua terra. Questo vuole essere anche un messaggio ai tanti “tifosi da bar” che sulla Siria hanno piantato le loro misere bandierine.
di Yahya Sorbello