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In Siria a rischio un’intera generazione di bambini

In Siria, stando al rapporto di Human Right Watches, un’intera generazione di bambini rischia di andare perduta; i figli dei rifugiati siriani che non possono andare a scuola in Turchia, Libano e Giordania sono 530mila, mentre quelli degli sfollati rimasti in Siria sono 1,6 milioni.

Bambini siriani al campo profughi di Ain el-Hilweh a Sidone

Secondo l’Unicef, dei 360mila bambini siriani tra i 5 e i 17 anni registrati nel piccolo Libano, nel 2015, più della metà, in 180mila, non avevano accesso all’istruzione. Un anno dopo, il numero era sceso a 126.732 e nel marzo 2017 salito a 221.573. I permessi di lavoro in Paesi come quello dei cedri sono off limits per i siriani che stentano a provvedere alla loro sopravvivenza. I costi della scuola sono difficili da sostenere.

Molte associazioni umanitarie che operano sul campo hanno iniziato una mappatura dei bisogni da soddisfare e per individuare le aree maggiormente vulnerabili: gli anziani, i bambini e i disabili, interessante notare come la richiesta principale delle famiglie che vengono assistite sia quella di mandare a scuola i propri figli. Dai disegni di quest’ultimi si nota come, psicologicamente, siano molto provati; la guerra ha minato profondamente quelle che dovrebbero essere le certezze principali per un bambino.

In Siria si stanno ristrutturando le prime scuole perché è da li che passa la rinascita di una nazione duramente provata dal conflitto, ma si sta facendo altrettanto in Libano che è la nazione che ospita moltissimi profughi siriani. Perché una scuola possa essere davvero accogliente necessita di un’assistenza per i disabili e di un supporto psicologico, ed è quello che sta avvenendo nella scuola libanese di Laboue.

Sarà una scuola frequentata da 460 bambini siriani e 160 libanesi tra i 3 e i 17 anni, alcuni dei quali diversamente abili o fuggiti dalle atrocità della guerra in Siria. Oltre a lavorare su programmi curriculari studiati per diverse esigenze, a introdurre nuove materie di studio e a dare vita a laboratori artistici e musicali, introdurremo la figura dello psicologo per aiutare i bambini siriani a rielaborare i traumi e degli esperti per chi ha difficoltà nell’apprendimento.

E’ innegabile che per i profughi siriani ospitati, come in questo caso in Libano, sia di fondamentale importanza avere una comunità locale che sia in grado di accoglierli decentemente. Si sta tentando di dare un futuro a questa generazione di siriani che si è ritrovata dall’oggi al domani senza una terra e senza una casa. Non è facile, ma è l’unica cosa che si può tentare di fare.

di Sebastiano Lo Monaco

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