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Siria. L’esercito assedia le ultime roccaforti “ribelli”

di Manuela Comito

Continua l’avanzata dell’esercito siriano che negli ultimi giorni è riuscito a riconquistare due zone strategiche cadute in mano ai “ribelli”. Le truppe siriane hanno condotto una vasta operazione militare contro i miliziani Takfiri nel quartiere strategico di Barzeh, situato a nord di Damasco, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Sana.

Nello stesso tempo, altre unità dell’esercito siriano sono riuscite a riconquistare gran parte delle aree intorno all’Aeroporto Internazionale, a nord ovest della città di Aleppo. A causa dei violenti scontri di cui era stata teatro, questa zona era rimasta chiusa per un anno ma ora, secondo quanto riferito da fonti militari, è pronta a tornare operativa e, quindi, in piena attività.

Domenica è stato un giorno cruciale, dal momento che l’esercito ha ripreso il pieno controllo di questa base strategicamente rilevante, la Base 80, vicino all’aeroporto di Aleppo, dopo giorni di scontri sanguinosi con i miliziani Tafkiri. Inoltre, Unità Speciali dell’Esercito Arabo Siriano con il supporto di truppe di sicurezza avanzano verso il quartiere “Al-Bandara” nella città vecchia di Aleppo, dopo aver preso, all’alba, il controllo della moschea “Omari” e la Scuola “Al-Ghafqe”, secondo quanto riportato da Homs News Network.

Intanto si susseguono in tutto il Paese attentati terroristici ad opera dei “ribelli”, che si ritrovano a combattere oltre che contro l’esercito, anche fra di loro. Le recenti vittorie dell’esercito fedele a Bashar Al Assad includono la riconquista delle città di al Sabeineh al Kubra, al-Sabeineh al-Sughra e Ghazal nei pressi della capitale. Queste città hanno rappresentato, fino alla vittoria dell’esercito, un ruolo chiave per i “ribelli” nella periferia di Damasco. E’ doveroso ricordare che la Siria è stata ed è tutt’ora vittima di un’aggressione di una ferocia inaudita; aggressione iniziata nel 2011 e supportata da diverse potenze occidentali  e dai loro alleati regionali, soprattutto Qatar, Arabia Saudita e Turchia.

E’ altresì doveroso ricordare che fin dall’inizio la Siria, e prima di essa la Libia, è stata oggetto di un indegno e vergognoso attacco mediatico che ha preparato il campo all’aggressione militare. Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, più di 100mila persone sono rimaste uccise e milioni sono i profughi che fuggono da questa guerra, senza dimenticare gli oltre nove milioni di civili che restano in Siria e hanno urgente bisogno di aiuti umanitari.

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