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Diritti umani in Iran e sciacallaggio occidentale

L’auto-immolazione di Sahar Khodayari, famosa come Blue Girl, avvenuta alcune settimana fa si è trasformata in uno strumento nelle mani dei media occidentali che stanno cercando di usare la sua morte come stratagemma di propaganda contro i diritti umani in Iran. Come sempre, l’Occidente fabbrica e mescola realtà e menzogne per collegare la triste morte di una ragazza con disturbi mentali al divieto dello stadio per le donne in Iran. Sahar è morta in un ospedale di Teheran per le ferite subite dall’auto-immolazione. La sua morte ha colpito e rattristato l’intero popolo iraniano e non solo.

Secondo i resoconti dei media, una delle sue amiche ha affermato che Sahar, 29 anni, si è data fuoco dopo aver appreso che avrebbe potuto affrontare sei mesi di carcere per essersi intrufolata in una partita di uomini lo scorso marzo. La richiesta è stata immediatamente respinta dalla magistratura, dichiarando che non era stato ancora emanato un decreto per Sahar e che il suo caso era ancora allo studio. Successivamente, la sua famiglia ha dichiarato che il suo arresto non era per il suo fallito tentativo di intrufolarsi nello stadio, ma per aver violato la legge del Paese sull’Hijab – codice islamico di vestizione – e per aver insultato i poliziotti alle porte dello Stadio Azadi di Teheran.

Propaganda occidentale sui diritti umani in Iran

I media filo-occidentale l’hanno trasformata in una nuova manovra di propaganda per la tanto sbandierata lotta femminile per assistere alle partite di calcio, dopo aver fabbricato parti della storia e dare un giudizio finale ancor prima che iniziasse un’indagine sul caso. I media di opposizione e gli attivisti politici hanno continuato a fare battistrada per attirare l’attenzione delle organizzazioni sportive internazionali e usare lo sport come leva per esercitare pressioni politiche sull’Iran e compensare i loro fallimenti nel fomentare l’insicurezza nel Paese e creare “casi” sui diritti umani in Iran.

I media occidentali, in collaborazione con i dissidenti iraniani all’estero, stanno cercando di sanzionare il calcio iraniano in collaborazione con la Fifa per il divieto di presenza femminile negli stadi per assistere alle partite di calcio maschile. L’opposizione ha cercato di suscitare una protesta online per invitare l’organo di governo del calcio mondiale ad escludere l’Iran dalle competizioni internazionali. Ma questa mossa ben concordata mira a obiettivi politici oltre lo sport.

Nessuna condanna contro Sahar

In risposta alla presunta condanna alla ragazza, il sito web della magistratura Mizan Online ha dichiarato che non era stata emessa alcuna sentenza poiché non era stata processate. I membri della famiglia di Sahar hanno anche confermato che non era ancora stato emesso un verdetto. I media occidentali, compresa la France 24, hanno affermato che i membri della famiglia di Sahar Khodayari hanno riferito ai media iraniani di essere stati sottoposti a pressioni da parte dei funzionari della sicurezza affinché non parlassero con i media. Heidar Ali Khodayari, il padre di Sahar, ha respinto i rapporti sottolineando che la famiglia non ha ricevuto nessun tipo di pressione da parte delle autorità.

Mancando di rispetto alla morte di Sahar e al bisogno di privacy della sua famiglia in lutto, i mezzi di comunicazione persiani e di lingua inglese con sede in Occidente hanno intensificato le trame per ignorare i precedenti tentativi di suicidio di Sahar, collegando il tutto al divieto dello stadio per le donne in Iran. La triste morte di Sahar è stata sotto i riflettori della Bbc. I media britannici hanno riferito che il suo atto è arrivato dopo aver saputo che avrebbe potuto subire sei mesi a due anni di carcere per aver tentato di entrare nello stadio, un’affermazione che è stata successivamente respinta da sua sorella.

L’opposizione al soldo dell’Occidente

Anche i media occidentali e gli attivisti dell’opposizione al di fuori dell’Iran si sono precipitati a usare un’immagine falsa di Sahar dopo la sua autoimmolazione. Hanno usato le immagini di un ragazzo trans-gender, con indosso un cappello blu, anziché l’immagine di Sahar, per rendere la storia più toccante. Sia la famiglia di Sahar che Sayna, la cui foto è stata utilizzata in tutti i social media, sono apparsi ripetutamente su diversi media per chiedere a tutti di smettere di usare l’immagine sbagliata. La famiglia di Sahar non ha ancora pubblicato nessuna sua foto.

Mentre i media occidentali hanno completamente ignorato lo stato di salute mentale di Sahar, le versioni inglesi hanno toccato il problema in superficie solo per convincere il pubblico che il suo disturbo bipolare si è deteriorato dopo due giorni di detenzione presso la stazione di polizia, senza mai preoccuparsi di spiegare che Sahar aveva interrotto le sue cure per circa un anno e che la sua auto-immolazione è avvenuta diverse settimane dopo essere stata rilasciata.

“Alcune settimane dopo, Sahar è andata all’ufficio del procuratore per ritirare il suo cellulare. Sembra che abbia sentito da qualcuno (che non è noto se fosse un funzionario o meno) lì che avrebbe ricevuto un periodo di detenzione di sei mesi”. La sorella di Sahar ha sottolineando che non è stata ancora organizzata alcuna sessione giudiziaria sul caso. “Certo, mia sorella aveva una storia di malattia e disturbo bipolare. Diversi anni fa, aveva tentato di suicidarsi quando era una studentessa universitaria ed è stata ricoverata in ospedale. Esistono anche tutti i documenti medici relativi”, ha aggiunto.

La Bbc e la Cnn non si preoccupano mai di spiegare perché suicidi e crimini commessi da persone mentalmente disturbate non siano biasimati dagli Stati occidentali, specialmente negli Stati Uniti e nel Regno Unito che si collocano al di sopra dell’elenco nella classifica mondiale dei tassi di suicidi. In un’intervista rilasciata alla televisione di Stato iraniana, il signor Khodayari ha pregato coloro che abusavano della morte di sua figlia di fermare questo “spettacolo” in rispetto della famiglia. Il governo iraniano ha avviato un’indagine per chiarire ogni aspetto sulla drammatica morte di Sahar.

Sicuramente certi aspetti sociali in Iran andrebbero riformati, anche se conosciamo bene le difficoltà legati alla giurisdizione islamica e al ruolo destabilizzante delle potenze straniere. Le menzogne sulle presunte violazioni dei diritti umani in Iran non reggono più. Basta immergersi nella realtà iraniana per capire il grado di civiltà in cui vive il popolo iraniano. Ripetiamo ancora una volta, con questo non vogliamo escludere il fatto che sicuramente andrebbe avviato un confronto nel Paese per cercare di superare certi aspetti legati alla vita sociale delle donne.

Ciò che invece condanniamo senza mezzi termini è il ruolo criminale della propaganda occidentale che, pur di cercare di screditare la Repubblica Islamica dell’Iran, non si ferma nemmeno davanti alla tragica morte di una ragazza con disturbi mentali. Questo è vero terrorismo, questo è vero attacco alla libertà di un popolo.

di Giovanni Sorbello

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