Medio Oriente

Israele: chi ti salverà?

L’attacco al confine egiziano che sabato scorso ha ucciso tre soldati israeliani ha fatto sprofondare Israele nell‘insicurezza. Analisti militari israeliani esprimono profonda preoccupazione per i fallimenti “sistematici” che hanno contribuito all’attacco compiuto dal poliziotto egiziano.

Le indagini sulla “percezione operativa e sistemica della difesa dei confini pacifici israeliani” e sulla condotta delle truppe di occupazione durante l’attacco sono state avviate domenica, hanno riferito i media israeliani.

Un attacco lungo cinque ore

Secondo un’indagine iniziale da parte dei militari di occupazione, sabato mattina presto il poliziotto egiziano Mohammad Salah, 22 anni, si è infiltrato al confine attraverso un cancello di emergenza.

Il poliziotto ha camminato per circa cinque chilometri dal suo posto di guardia in Egitto e si è arrampicato su una scogliera per raggiungere il cancello di emergenza, che indicava la sua conoscenza dell’area e della barriera di sicurezza, secondo l’indagine israeliana.

Ha tagliato le fascette con un coltello da combattimento, ha aperto un piccolo ingresso e ha camminato per circa 150 metri fino al posto di guardia dove ha ucciso due guardie israeliane tra le 6 e le 7 di sabato. La coppia non ha sparato, secondo l’indagine militare, indicando che sono stati colti completamente di sorpresa dall’aggressore.

L’esercito israeliano non è stato a conoscenza dell’attacco fino alle 9 del mattino. Dopo le 11, un drone dell’esercito israeliano ha identificato Salah. Ciò conferma che il poliziotto egiziano è riuscito a rimanere cinque ore nei territori occupati. Successivamente, Salah si è reso protagonista di uno scontro con i soldati israeliani, uccidendo il terzo soldato, prima di essere ucciso.

Continui fallimenti di Israele

I commentatori israeliani hanno affermato che l’attacco solleva diversi interrogativi sull’entità dei fallimenti che hanno portato all’agguato e sul destino di alcuni funzionari militari alla luce delle indagini, nonché sul futuro dei legami con l’Egitto.

“Stiamo parlando di una serie di fallimenti, a partire dall’infiltrazione e non terminando con la mancanza di allarmi di sicurezza pre-attacco”, ha dichiarato Or Heller, un corrispondente militare di Israeli Channel 13.

Il veterano corrispondente militare israeliano ha descritto il tempo durante il quale il poliziotto egiziano è rimasto nei territori occupati come “inimmaginabile”, criticando come lo scontro tra l’esercito israeliano e il poliziotto egiziano “si sia concluso tragicamente con l’uccisione della terza guardia israeliana”.

Nir Dvori, commentatore israeliano per gli affari militari di Channel 12, ha dichiarato che la postazione israeliana era a soli 50 metri dal confine con l’Egitto, osservando che l’ufficiale egiziano ha avuto la piena opportunità di osservare l’attività delle guardie israeliane. Dvori ha aggiunto che “il poliziotto egiziano ha identificato i valichi dell’esercito israeliano, è riuscito a infiltrarsi attraverso uno di essi e ha colto di sorpresa le guardie israeliane”. Caro Israele, 80 anni di crimini e atrocità non potranno rimanere impuniti.

di Redazione

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