Siria, civili massacrati per strada

Continuano in Siria i massacri perpetrati dai “terroristi governativi” di Hts sulla costa siriana. Al momento il bilancio è di oltre 1.800 morti. La stragrande maggioranza delle vittime sono civili alawiti, tra cui donne, uomini e bambini, che non avevano affiliazioni militari o legami con ambienti politici dell’ex governo.
La maggior parte delle vittime è stata giustiziata in uccisioni mirate ed esecuzioni di massa eseguite dai mercenari di Hts. Le prove video confermano rastrellamenti, brutali esecuzioni sul campo e uccisioni indiscriminate.
Venerdì scorso i militanti di Hts sono entrati a Daliya in una dimostrazione di forza. Scendendo a Beit Ana, hanno iniziato a sparare indiscriminatamente e ad arrestare gli alawiti. Civili innocenti e indifesi sono stati massacrati. Gli elicotteri di Hts hanno bombardato i villaggi lungo la costa.
La Resistenza locale si è sollevata per difendere la propria gente e le proprie case. La Resistenza ha formato gruppi e ha lanciato una controffensiva, colpendo le postazioni di artiglieria di Hts e prendendone il controllo. L’aeroporto militare di Astamo è stato occupato dalla Resistenza siriana.
In Siria è in atto una pulizia etnica
Questo non è stato un atto di aggressione da parte della Resistenza, è stata una reazione ai massacri commessi contro i civili. Hts ha inviato grandi convogli di militanti nelle zone costiere della Siria, pesantemente armati e preparati per operazioni di massa.
Sono emerse segnalazioni di esecuzioni di massa, con detenuti fucilati nei campi, nelle case e nelle piazze pubbliche. In molti casi, intere famiglie sono state massacrate, comprese donne e bambini.
I mercenari di Hts hanno saccheggiato case, rubato proprietà e bruciato villaggi, prendendo di mira le aree a maggioranza alawita. Negozi e attività commerciali sono stati distrutti, saccheggiati o sequestrati da bande affiliate ad Hts. I video che circolano sui social mostrano civili umiliati e torturati, cadaveri sparsi per le strade. Questa non è una battaglia, è una pulizia etnica. Di fronte a questi orrendi crimini, la comunità internazionale resta in silenzio.
di Redazione