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Nasrallah: “Noi non vogliamo la guerra, ma non la temiamo”

di Giovanni Sorbello

Il segretario generale del movimento di resistenza libanese Hezbollah, Seyyed Hassan Nasrallah, ha dichiarato oggi durante la cerimonia d’onore per i martiri di Quneitra, che la regione del Medio Oriente soffre di “un cancro chiamato Israele”. Ha descritto il regime israeliano come un “trauma” e un “batterio della corruzione”, che affligge tutta la regione dal 1948.

“Israele in questi anni ha fatto ricorso alle stesse pratiche arroganti che aveva adottato decenni fa. Ha condotto una sanguinosa campagna contro Gaza e violato il più fondamentale dei diritti dei palestinesi”, ha affermato il leader di Hezbollah.

Nasrallah evidenzia il ruolo di Israele in Siria con il sostegno del regime ai terroristi che operano contro il governo siriano. Egli ha sottolineato che “Israele ritiene di poter minacciare tutti gli eserciti e governi nella regione ogni volta che piace e senza essere scoraggiati”.

Nasrallah ha fatto riferimento anche all’inazione dei Paesi arabi verso i crimini commessi dal regime di Tel Aviv, dichiarando: “Israele sta sfruttando le divisioni nella regione e la completa assenza delle posizioni da parte dei Paesi arabi, in particolare quelli della Lega Araba”. “Non esiste mai una condanna da parte della Lega Araba quando si tratta di Israele, sono invece pronti a condannare quando si tratta di Yemen, Iraq e Siria”, ha aggiunto il leader libanese.

Facendo riferimento alla uccisione dei membri del movimento di resistenza a Quneitra, nelle alture del Golan, Nasrallah ha dichiarato: “I nostri fratelli a Quneitra sono stati assassinati da una precisa decisione presa da Israele. Tel Aviv sostieni vari gruppi terroristici in Siria, tra cui il Fronte al-Nusra. Migliaia di membri di al-Nusra sono presenti lungo il confine con Israele nelle alture del Golan occupate. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non è affatto preoccupato per la presenza di al-Nusra sul confine di Israele”, ha dichiarato il leader di Hezbollah, aggiungendo: “Israele, tuttavia, si sentiva minacciato da sei membri di Hezbollah e da un generale iraniano che transitavano per Quneitra”.

Sei membri di Hezbollah, nonché il generale di brigata iraniano, Mohammad Ali Allahdadi, hanno perso la vita in un attacco aereo israeliano nella parte siriana delle alture del Golan il 18 gennaio. Tra le vittime Jihad Mughniyeh, il figlio dell’alto comandante di Hezbollah, Imad Mughniyeh. Stavano svolgendo una missione di ricognizione nelle campagne di Quneitra, quando un elicottero militare israeliano ha colpito il loro veicolo. Dopo l’attacco, Israele ha sostenuto che non era a conoscenza della presenza di un comandante iraniano nella zona in cui è avvenuto l’attacco. Funzionari iraniani, però, hanno respinto le dichiarazioni di Tel Aviv, descrivendole come una tattica di routine utilizzata dagli israeliani per nascondere le loro cattive intenzioni.

“Abbiamo preso del tempo prima di prendere la decisione di punire Israele per il crimine commesso a Quneitra”, ha affermato Nasrallah, aggiungendo: “Ci siamo preparati per lo scenario peggiore nel momento in cui abbiamo preso questa decisione”.

Egli ha anche osservato che Tel Aviv è in uno stato di forte angoscia e di intimidazione per paura di rappresaglie da parte di Hezbollah, “Israele immediatamente anticipato rappresaglia di Hezbollah per l’assassinio Quneitra e quindi ha preso tutte le precauzioni.”

Facendo riferimento all’attacco che Hezbollah ha effettuato contro Israele nelle fattorie di Shebaa nel sud del Libano, Nasrallah ha sottolineato che il movimento di resistenza ha il coraggio di rivendicare la responsabilità per i suoi attacchi contro Tel Aviv, sottolineando che il regime israeliano manca di tale mentalità ed etica. “La resistenza svolto la sua azione a Shebaa in pieno giorno, nonostante il fatto che Israele era al suo più alto livello di preparazione. Israele non ha rivendicato la responsabilità dell’attacco a Quneitra, invece Hezbollah ha rivendicato la responsabilità per l’operazione di Shebaa subito dopo che ha avuto luogo”.

Egli ha inoltre dichiarato che il movimento di resistenza libanese non ha paura di affrontare Israele, Hezbollah non ha paura di stare in piedi contro Israele. Egli, tuttavia, ha sottolineato che Hezbollah non “vuole la guerra, ma non abbiamo paura… Abbiamo il diritto di affrontare il nemico in qualsiasi momento, luogo e maniera”. Il leader della resistenza, infine, ha avvertito Israele che “d’ora in poi, se un membro di Hezbollah verrà assassinato da Israele ci riserviamo il diritto di rispondere ad esso quando e come vogliamo”.

“La resistenza è l’unica risposta a Israele e i nostri martiri ci porteranno alla vittoria”, conclude così il suo intervento Seyyed Hassan Nasrallah.

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