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Sigonella, quando il coraggio segnò la fine di Craxi

Sigonella – Era l’11 ottobre del 1985… Con il ministro della Difesa Giovanni Spadolini, filoisraeliano ed atlantista, e il ministro degli Esteri Giulio Andreotti in altre faccende affaccendati e la Sip che si mette a fare i capricci, Bettino Craxi si ritrova accerchiato e solo, ma non tentenna e passa al contrattacco.

L’aereo con a bordo i quattro membri del Fplp (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) che avevano sequestrato la nave Achille Lauro per richiedere la liberazione di una cinquantina di loro compagni detenuti nelle carceri israeliane, atterra in territorio italiano a Sigonella, nella pista della Naval Air Station.

I Vam circondano gli aerei, gli uomini della Delta Force circondano i Vam, i Carabinieri, quelli di stanza a Sigonella e quelli provenienti dalle vicine caserme di Catania e Siracusa, circondano quelli della Delta force, Craxi circonda tutti e riafferma la sovranità italiana.

Il piano orchestrato da Ronald Reagan, Robert McFarlane e Oliver North (del Consiglio di sicurezza nazionale degli Usa), va in frantumi. L’urlo d’orgoglio e di rabbia di Bettino squarcia il velo di silenzio della notte e dei blocchi radio e galvanizza i servitori di uno Stato che si riscopre sovrano e orgoglioso. Ultimi barlumi di sovranità, prima dell’arrivo della banda del Britannia.

di Redazione

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