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Sicilia, epicentro di “guerra perpetua”

Nella logica delle società depoliticizzate il parlare di pace sottintende guerra perpetua, condotta sul cardine strategico del Divide et Impera, grazie al quale si distruggono popoli, si cancellano territori nazionali con false flag, si impongono riforme che annientano, si rendono schiavi i poveri per nutrire i mostri del capitalismo finanziario. Con l’assunto del “Si vis pacem para bellum”, i militaristi continuano a preparare e innescare guerre e terrore, per godere della pace futura, che mai verrà. Nello scacchiere di tale logica la terra di Sicilia, che pur mantiene il profumo di zagara, ha assunto il ruolo di epicentro di “guerra perpetua” in nome della pace globale, con il beneplacito dei governi italiani che si sono succeduti nel tempo.

1860, in nome di una libertà persa

Nel 1860, fu in nome della libertà che il guerrigliero-fantoccio Garibaldi aprì le porte alle truppe anglo-piemontesi depredando Mazara del Vallo, la Val Demone, la Val di Noto, e preparando così il successivo ruolo che avrebbe assunto la Sicilia. In nome della pace nel ventesimo secolo si strinsero con l’impero militarista accordi segreti mescolati nel crogiuolo mafioso di dollari, corruzione ed ambiguità.

Ora, nel ventunesimo secolo la Sicilia mostra il suo volto ornato di gioielli letali: trenta basi americane, come riportava il libro di Gianni Viola “Il soave profumo dell’imperialismo”, tra le oltre cento basi stanziate in Italia, distinte in Basi e infrastrutture concesse in uso agli Usa con accordi segreti e, solo in teoria, poste sotto comando italiano.

Sicilia sempre più importante nella guerra globale al “terrorismo”

Il Pentagono ha trascorso gli ultimi due decenni investendo centinaia di milioni di dollari di tasse degli americani nelle basi militari in Italia, trasformando il bel Paese in un centro sempre più importante per il potere militare degli Stati Uniti. Soprattutto perché dall’inizio della guerra globale al terrorismo, nel 2001, l’esercito sta spostando il suo centro europeo nel sud dell’Europarendendo la penisola italiana un trampolino di lancio per le future guerre in Africa, nel Medio Oriente, e non solo.

Nel frattempo, la Sicilia è diventata sempre più importante nella guerra globale al “terrorismo” della nostra epoca. Il Pentagono sta trasformando la Sicilia in un importante nodo delle operazioni militari Usa per l’Africa, che è a meno di cento chilometri di distanza attraverso il Mediterraneo, come riferisce David Vine nell’articolo “The Pentagon’s Italian Spending Spree”, in cui dimostra agli americani come il Pentagono stia utilizzando i dollari delle tasse per trasformare l’Italia in un trampolino di lancio per le guerre di oggi e di domani.

Grandi investimenti del Pentagono in Sicilia

Dall’anno fiscale 2001, il Pentagono ha speso di più in costruzione presso la Naval Air Station Sigonella – quasi 300 milioni di dollari – che in qualsiasi altra base italiana, con l’esclusione di Vicenza. Sigonella, la seconda stazione navale più trafficata in Europa (secondo uno dei cables di Wikileaks), è stata utilizzata dal 2002 per lanciare droni di sorveglianza Hawk. Nel 2008, i funzionari statunitensi e italiani hanno firmato formalmente un accordo segreto per permettere lo stazionamento di droni. Da allora, il Pentagono ha “sborsato” almeno 31 milioni di dollari per costruire un programma di manutenzione dei Global Hawk e complesse operazioni collegate. I droni forniscono la base per gli investimenti della Nato da 1,7 miliardi di dollari, nel programma di sorveglianza a terra del sistema, che fornisce capacità di sorveglianza della Nato fino a distanze di diecimila miglia da Sigonella.

Nel 2003, la “Forza speciale congiunta Aztec Silence” ha usato aeroplani P-3 di stanza a Sigonella per monitorare i gruppi di insorti nell’Africa settentrionale ed occidentale. Dal 2011, Africom ha disposto un’unità militare di circa 180 marines e di due velivoli per la base per fornire addestramento di antiterrorismo al personale militare in Botswana, Liberia, Gibuti, Burundi, Uganda, Tanzania, Kenya, Tunisia e Senegal.

Il devastante impatto sul territorio

Ci sono zone della bella Sicilia, come a Lentini (Sr), dove si registra il primato di casi di leucemia tra i cittadini, riconducibile – secondo alcuni – alla vicinanza con Sigonella, mentre in altri siti, come Canneto di Caronia o la Galleria Tremonzelli, da anni compaiono strani accadimenti. Incendi improvvisi sono scoppiati per autocombustione in abitazioni, fuochi spontanei di divani, armadi e danni agli elettrodomestici, riconducibili probabilmente ad alterazioni del campo magnetico o come conseguenza dell’uso di armi a microonde. L’implementazione del Muos a Niscemi ha completato l’opera.

Forse ha ragione Paul Craig Roberts quando afferma: “I governanti occidentali non sono solo totalmente corrotti, sono pazzi”.

di Cristina Amoroso

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