Cronaca

Sicilia: è ancora emergenza acqua a Messina

di Adelaide Conti

Davvero difficile immaginare che si tratti di cronaca del 2015, ma la mancanza di acqua a Messina è notizia di questi giorni. Si è interrotta ancora una volta a causa di una frana la condotta dell’acqua nel tratto che va da Fiumefreddo a Calatabiano. La tubazione era stata riparata nei giorni scorsi a seguito di una rottura che aveva lasciato a secco per oltre una settimana i rubinetti dei cittadini messinesi. A distanza di pochi giorni dalla riparazione della condotta, eseguita dai tecnici dell’Amam (azienda condotta Meridionale acque Messina), si è verificato un altro guasto sempre nello stesso punto. “Siamo sul luogo da diverse ore, vediamo con i nostri occhi la frana venire giù, anche mentre stiamo parlando”, ha spiegato il direttore dell’Amam e assicura “Il bypass di Alì per l’acquedotto dell’Alcantara sarà pronto nel pomeriggio. Perciò entro poche ore, forse quattro, saremo in grado di ripristinare il servizio”. Questa operazione consentirà di soddisfare quasi la metà del fabbisogno giornaliero della città, ma ancora per la giornata di oggi l’acqua è arrivata razionata, ovvero solo un terzo dell’acqua che serve per i cittadini.

Anche il Governo prende atto della difficile situazione, come si legge da una nota di Palazzo Chigi: “Alla luce del verificarsi di nuove criticità nell’erogazione idrica a Messina e del perdurare di pesanti disagi per la cittadinanza, la Presidenza del Consiglio ha disposto l’immediato invio di uomini della Protezione civile nazionale, coordinate sul posto dal Capo della struttura, ingegnere Fabrizio Curcio”. Quest’ultimo, visitando la zona di Calatabiano, ha potuto osservare da vicino i problemi che presenta la conduttura: “C’è una frana in atto e adesso bisogna fare considerazioni tecniche. Queste le sue parole ieri  pomeriggio in prefettura. E ancora: “La frana ha un versante importante, bisogna capire anche quanto è profondo”. Un approfondimento tecnico per arrivare a formulare delle “considerazioni serie”, chiarisce l’ingegnere che sottolinea: “C’è interesse di fare squadra e di mettersi insieme, ci siamo resi conto che c’è necessità di coordinarci tutti insieme”.

Intanto, in Sicilia il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha incontrato i vertici della Protezione civile nazionale per avere un quadro più chiaro della situazione. “C’è qualcosa che non funziona se il lavoro è stato fatto, ma è crollato dopo due giorni”. Le sue prime dichiarazioni in prefettura durante l’incontro sull’emergenza con la Protezione civile nazionale. Bisogna dare sostegno alle tubazioni -aggiunge Crocetta – perché una frana non può interrompere l’acqua. E’ assurdo che sia stata fatta una saldatura che poi è scoppiata. Oggi il tema è fare tornare l’acqua a Messina e intervenire con urgenza. E ammonisce: “Bisogna ripristinare al più presto la linea con interventi fatti con la testa e non con i piedi”.

Tutto ciò mentre il sindaco di Messina, Accorinti, raggiunto stamane dalle telecamere di un programma televisivo, ribadisce che sono mesi che continua a ripetere al governo che il grande problema a Messina non è  la mancanza di acqua, ma è rappresentato dal rischio idrogeologico, e chiede un monitoraggio su tutti i 70 chilometri della condotta.

A ben vedere, Accorinti non ha tutti i torti quando accusa il governo di scarsa attenzione: la Sicilia è tra le regioni italiane che superano il 90% di dissesto idrogeologico nel proprio territorio. I numeri parlano chiaro: su 390 comuni, ben 277 ricadono in aree soggette a rischio idrogeologico. Di fronte a queste criticità, il rischio di rimanere per giorni senza acqua, ci sembra, paradossalmente, per i messinesi il male minore.

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