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Sicilia colonia Usa: la minaccia del Muos di Niscemi

Sicilia – È stato definito un “mostro”, ma qualcuno lo ha battezzato col nome di Muos donandone l’uso esclusivo alle forze armate statunitensi, oggi presenti più che mai nel territorio siciliano. Cos’è il Muos? Lo riferisce Antonio Mazzeo, un giornalista che diverse volte si è distinto per il suo coraggio ed il suo vero animo da combattente sia contro il sistema mafioso sia contro quelle ingiustizie un po’ troppo scomode per meritare attenzione da parte dei media.

Si chiama Mobile User Objective System e Mazzeo lo definisce “l’arma perfetta per le guerre del ventunesimo secolo”, quelle guerre che si mascherano di belle parole come “democrazia” e “libertà” e che invece si macchiano di milioni di morti e vittime senza colpa. Si trova a Niscemi, in Sicilia, e consiste in tre grandi antenne radar che trasmetteranno con frequenze comprese tra i 240 e i 315 MHz (intensità altissima capace di produrre col tempo leucemie e mutazioni genetiche del corpo umano fino ad un raggio di circa 150 km da esso).

Sicilia base Usa

Il Muos serve agli Usa per le loro guerre in Siria, in Libia e in quei Paesi dove cercheranno di instaurare la loro egemonia con la scusa del “portare la democrazia” in quella che è stata denominata Primavera araba. Sono solo quattro nel mondo ed uno si trova proprio in Sicilia, regione dalla posizione geografica strategica per i loro loschi scopi.

Troppe volte il movimento NoMuos e i vari comitati siciliani hanno denunciato la pericolosità di tale strumento a svantaggio non solo dei residenti di un paese noto per la coltivazione di carciofi ma dell’intera penisola siciliana. È già noto, ad esempio, che le antenne del Muos potrebbero interdire l’uso del nascente aeroporto di Comiso e di buona parte dello spazio aereo siciliano, ostacolando perciò lo sviluppo della stessa regione a favore di azioni di guerra che vanno a scontrarsi ideologicamente con l’art. 11 della Costituzione italiana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (..)”.

La domanda sorge spontanea: Perché il popolo non si ribella a quello che possiamo definire un vero e proprio stupro dei diritti umani? Siamo disposti a lottare, scendere in piazza e gridare “Usa go out?” O semplicemente facciamo finta di capire, per indossare il giorno dopo magliette con su stampata la bandiera americana?

La chiamarono Liberazione

I libri di storia ci tartassano con le loro belle storielle sulla liberazione americana dell’Italia del 1943 descrivendoci gli Americani come bei giovanotti, forzuti e generosi, che regalano cioccolatini e masticano gomme al ritmo di una vittoria “meritata”. Cosa si nasconde dietro? Perché nessuno parla degli accordi tra mafia americana e siciliana, di Lucky Luciano e dei signorotti i grandi boss isolati dal regime fascista e poi liberati dagli alleati in cambio del loro aiuto? Gli stessi che poi furono messi a capo di molti paesi come sindaci, gli stessi colpevoli di aver contribuito alla diffusione della mentalità mafiosa nel territorio! E poi tutti in processione a piangere uomini come Falcone e Borsellino.

La servile politica italiana si convinse dell’efficienza di questo strumento (di cui già altri scienziati ne avevano dimostrato i danni che esso avrebbe causato sia all’uomo che alla natura circostante-vedi Coraddu e Zucchetti) e i lavori vennero affidati nel 2008 ad un consorzio di imprese chiamato Team Muos Niscemi guidato dalla GEMMA S.p.a. È un caso che la Gemma S.p.a risulti tra l’elenco delle aziende che nel 2008 finanziarono l’Mpa, Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo? Il giornalista Dario de Luca dimostrò che furono inizialmente versati 15mila euro nelle casse dal partito incitando così i pareri favorevoli dell’Assessorato regionale al territorio ed ambiente e dando inizio ai lavori l’1 Giugno del 2011.

Il costo del Muos?

Fonti ufficiali non hanno ancora stabilito dei costi precisi ma si stima che per la sua realizzazione la spesa necessaria ammonti a circa 3,26 miliardi di dollari.

di Redazione

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