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Si ripete l’ondata di violenza xenofoba contro gli immigrati nell’ex Stato dell’Apartheid

di Cristina Amoroso

Non è la prima volta che immagini raccapriccianti dell’orgia xenofoba dei sudafricani verso i migranti sono diffuse dai mass media. Non si è ancora spenta l’eco dell’intensità della violenza del 2008, quando centinaia di neri sudafricani armati di coltelli, maceti e fucili hanno dato sfogo alla loro rabbia contro gli immigrati, prendendo di mira cittadini originari dei Paesi confinanti con il Sudafrica (tra cui lo Zimbabwe) e residenti nelle bidonville che accerchiano la capitale economica sudafricana. Decine di morti, migranti arsi vivi, circa 13mila immigrati abbandonavano i quartieri poveri di Johannesburg, tra i quali si diffondeva a macchia d’olio il sentimento di vendetta.

Allora si parlò dei sudafricani come della popolazione in assoluto più contraria all’immigrazione che in qualsiasi altra parte del mondo, mentre erano in pochi ad aspettarsi una caccia aperta al migrante, men che meno in Sud Africa, l’ex Stato dell’Apartheid.

La scorsa settimana si è riaccesa la violenza xenofoba tanto che il Presidente sudafricano Jacob Zuma ha annullato un viaggio all’estero per concentrarsi sulla gestione degli attacchi contro cittadini stranieri. La decisione del presidente è venuta dopo un’ondata di attacchi contro gli stranieri che ha lasciato parecchi morti e ha provocato l’indignazione pubblica sia all’interno che all’esterno del Paese.

Almeno sei persone sono morte e diverse migliaia hanno lasciato le loro case nella città portuale orientale di Durban per l’ondata di violenza. Alcuni degli stranieri in fuga dalla violenza hanno cercato rifugio nel campo profughi di Chatsworth, e altri hanno superato le frontiere nei Paesi vicini.

In precedenza il giovedì, Zuma ha espresso sgomento per la continua violenza perpetrata contro gli stranieri: “Nessuna quantità di frustrazione o di rabbia può giustificare gli attacchi contro cittadini stranieri e il saccheggio dei loro negozi”.

La polizia ha arrestato più di 30 persone nel più recente attacco a stranieri in scena a Johannesburg, dove piccoli gruppi di saccheggiatori hanno attaccato diversi negozi durante la notte. In totale, dall’inizio dei disordini settimane fa, la polizia ha imprigionato circa 50 persone a Johannesburg e 112 a Durban.

Gli stranieri attaccati sono per lo più immigrati provenienti da altri Paesi africani e dall’Asia, che si sono trasferiti in Sud Africa alla fine del regime dell’apartheid. Stime non ufficiali affermano che ci sono tra i due e i cinque milioni di stranieri in Sud Africa, che ha una popolazione di oltre 53 milioni.

Secondo Abdirizak Ali Osman, segretario generale della Comunità somala del Consiglio del Sud Africa, molta responsabilità sta nei politici che non vogliono prendere la situazione sul serio,  peggiorandola con osservazioni xenofobe che hanno contribuito all’esplosione di violenza, ripetendo gli attacchi agli immigrati del 2008.

Il leader del più grande gruppo etnico in Sud Africa, re zulu Goodwill Zwelithini, avrebbe detto che “gli stranieri dovrebbero fare le valigie e andarsene”, innescando il meccanismo del saccheggio, quasi che le persone avessero preso sul serio la dichiarazione del re zulu.

A proposito della retorica anti-immigrati delle autorità, Mienke Steytler dell’Istituto delle relazioni razziali Sud Africa, ha sostenuto che tale retorica ha svolto il suo ruolo nel fomentare la violenza.
“E’ davvero triste vedere le dichiarazioni che vengono fatte da persone in posizioni di leadership, o almeno in posizioni influenti. Tanto più che l’economia del Sud Africa è molto instabile al momento. E’ davvero importante riflettere prima di parlare”.

“Avremmo sperato che le lezioni fossero state apprese dal 2008”,  ha dichiarato Steytler, “ tuttavia, da allora ci sono state ulteriori indicazioni di fallimenti della politica del governo. Per esempio, i processi attraverso i quali la gente cerca asilo qui. Ma è molto alto anche il tasso di disoccupazione. Circa il 53 per cento dei nostri giovani, in realtà più del 53 per cento in molti settori, sono disoccupati che portano all’esplosione della violenza, è il caso del 2008 e il caso di ora. E in sette anni il governo non ha esaminato le cause alla radice e non le ha affrontate. Questo è molto preoccupante per noi, perché riteniamo che questi incidenti continueranno a verificarsi con il passare degli anni”.

La violenza xenofoba contro gli immigrati è forse “espressione di un terribile errore di memoria dei sudafricani” che hanno subito intolleranza razziale sotto l’apartheid?

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