Cronaca

Servizio Sanitario Nazionale, allarme fuga infermieri

Il Servizio Sanitario Nazionale non gode di buona salute, a farne le spese sono i pazienti che, a cascata, si trovano dinnanzi a problemi dovuti alla carenza di personale, di strutture e budget che fanno allungare le attese nei reparti e nei pronto soccorso.

Lasciati alla mercè di sé stessi su di una lettiga, molti reagiscono sfasciando e picchiando chi si trovano dinnanzi. La violenza è sempre esecrabile anche perché, chi ci va di mezzo si trova a lavorare in condizioni precarie, anche lui vittima di un processo erosivo ormai ineluttabile portato avanti dai governi di tutti i colori.

Servizio Sanitario Nazionale in Emilia Romagna

Inquietante la notizia che arriva da Bologna, città sempre all’avanguardia, capoluogo di quella regione, l’Emilia Romagna, che del Servizio Sanitario Nazionale ne ha fatto una sua bandiera. Nella sola Emilia Romagna dal 2000 sono emigrati 2.500 infermieri, 1.500 tra il 2019 e il 2021. I motivi? Sempre i soliti: stipendi bassi, aggressioni continue, scarsa possibilità di fare carriera e, nel caso in questione, mercato immobiliare proibitivo. Nel nord Italia è uno dei motivi per cui molti vanno a lavorare all’estero con i casi emblematici di Norvegia, Abu Dhabi ed Emirati Arabi, nuovi e attraenti mercati.

Gli ospedali si svuotano da nord a sud. A lanciare l’allarme è il Nursind, il sindacato degli infermieri che delinea un quadro a “rischio collasso”, con un Sistema Sanitario locale aggravato da pensionamenti e dal crollo delle iscrizioni ai concorsi.

La professione non attrae ed i dati sono allarmanti; per rimanere nel caso di Bologna, nel 2016 si presentarono ai concorsi 14mila candidati, di questi 3.700 risultarono idonei. Nell’ultima selezione (ancora in corso) si sono presentati 1.059 di cui meno di 700 abili per l’orale. “Avremo una graduatoria di 600 persone e almeno la metà rinuncerà per il costo della vita,” dice uno dei dirigenti del Nursind al Policlinico Sant’Orsola.

Sostenibilità umana

Si legge questo nel comunicato del Nursind: “Non è una crisi di vocazione ma di sostenibilità umana, perché gli infermieri non ce la fanno più tra turni massacranti, aggressioni, stipendi bloccati e affitti impossibili”. Bologna è diventata una meta turistica, il mercato immobiliare preferisce trasformare una casa in un B&B invece che mantenere una normale abitazione. La Regione si è mostrata sensibile al problema, quanto di questa sensibilità verrà trasformata in fatti è un discorso a parte; sono stati avviati colloqui con il comune e la Regione perché il problema, senza interventi urgenti e drastici, è destinato a peggiorare.

di Sebastiano Lo Monaco

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