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Servilismo e sudditanza: Mattarella grazia agenti Cia condannati per il rapimento di Abu Omar

di Salvo Ardizzone

Il Presidente della Repubblica italiana Mattarella, mercoledì ha firmato i decreti di grazia per Betnie Madero e Robert Seldon Lady, due agenti della Cia condannati con sentenza definitiva per il rapimento dell’imam Abu Omar, avvenuto il 17 febbraio del 2003 a Milano. Fu un ennesimo caso di “extraordinary rendition”, un sequestro perpetrato in spregio d’ogni legge e con la completa collaborazione dei Servizi italiani.

Abu Omar (il cui vero nome è Hassan Mustafa Osama Nasr) venne preso brutalmente per strada, trasportato alla base Usa di Aviano, caricato su un aereo e portato in Egitto dove per anni è stato sottoposto a torture e ad una carcerazione durissima per estorcergli informazioni.

È stato l’allora Pm Spataro a condurre le difficili indagini che appurarono le responsabilità di almeno 34 persone fra agenti della Cia e italiani, compresi i vertici dell’allora Sismi. Ne seguì un processo lunghissimo, ostacolato in ogni modo dai Governi che si sono succeduti (nel 2004 Berlusconi appose il segreto di Stato e lo confermò nel suo passaggio di consegne a Prodi); ciò malgrado, alla fine si giunse alle condanne per 26 agenti della Cia e dei Servizi.

Ovviamente nessuno degli statunitensi fu mai in galera e da allora si sono moltiplicate le pressioni di Washington perché fossero graziati.

Nel 2013 Napolitano graziò il colonnello Joseph Romano, l’allora comandante della base Usa di Aviano; si disse che il provvedimento serviva a ottenere l’aiuto americano per la soluzione della vicenda dei fucilieri di Marina trattenuti in India. Come ovvio, il risultato fu nullo.

Adesso si torna a ventilare la medesima motivazione, anche se ufficialmente il Quirinale ha giustificato i provvedimenti col fatto che l’Amministrazione Obama avrebbe posto fine alla pratica delle “rendition”.

La grazia è stata concessa interamente per Betnie Madero, allora ufficialmente seconda segretaria presso l’Ambasciata Usa di Roma, condannata dal Tribunale di Milano a 6 ani di reclusione. Per Robert Seldon Lady, all’epoca vice capo della Cia in Italia e capo centro a Milano, la grazia ha ridotto la pena di due anni dei nove a cui era stato condannato, equiparandola a quella inflitta al suo superiore.

Per minimizzare la portata del gesto, si è voluto definirlo un atto simbolico (nei fatti per ingraziarsi Washington) poiché nessuno dei condannati si trova, come detto, sotto la giurisdizione italiana né tampoco in galera; ma nella realtà alla Cia interessa che i propri agenti di alto livello, ancorché “bruciati”, siano liberi di muoversi.

Nel 2013 Seldon Lady venne arrestato a Panama a seguito di un mandato di cattura internazionale spiccato dal Ministero della Giustizia italiano, ma invece di essere estradato fu precipitosamente rispedito negli Usa.

Di qui le pressanti richieste, rinnovate da Obama, per un atto di “clemenza”. Puntualmente recepite.

Poche considerazioni in calce a una vicenda che si commenta da sé: fra le tante persone in attesa di un provvedimento di grazia nelle carceri italiane , sono due agenti della Cia macchiatisi di un crimine odioso ad essere in cima alla lista?

E ancora: già nel 2013 si è scelto di concedere la grazia a un ufficiale Usa condannato per la vicenda, per avere l’appoggio di Washington nella vicenda dei fucilieri di Marina. Visti i risultati, che senso ha graziarne altri due? E poi, simili “scambi di favori” oltre ad essere improponibili, testimoniano la totale incapacità di Roma di gestire la propria politica estera, e non solo.

La verità è assai più semplice: l’Italia è semplicemente uno Stato privo di sovranità, da settant’anni sotto la tutela Usa. Parlare d’altro è ridicolo, e non passa giorno che gli atti di uno Stato indegno non ci ricordi questa sudditanza.

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