Scuola, la ripresa resta un grande enigma
Manca meno di un mese alla riapertura della scuola, ma restano tanti gli enigmi che ruotano intorno al nuovo anno scolastico. Che l’Italia abbia nella scuola e nella sanità i suoi punti deboli in quanto sempre soggetti a tagli, vi è anche la questione coronavirus che, in un modo o nell’altro, sta cambiando quello che era il normale approccio alla vita. Sono molte le preoccupazioni per l’imminente inizio dell’anno scolastico viste le condizioni delle scuole italiane e la mancanza di insegnanti.
Per capirci un po’ di più basterebbe vedere cosa hanno fatto le nazioni che hanno già ripreso le lezioni, in primis la Danimarca, seguita dalla Germania che però ha dovuto richiudere dopo pochi giorni per l’incremento dei contagi e la Finlandia, la nazione che ha nel comparto scuola il miglior modello mondiale.
Le lezioni in Finlandia sono riprese il 14 Maggio e durante le prime due settimane di insegnamento erano state scoperte, in otto scuole di Helsinki, infezioni da covid19. Tutte le infezioni avevano avuto inizio all’esterno delle scuole, quasi tutti all’interno del nucleo familiare, ma i cluster sono stati scovati in tempo e bloccati.
Scuola, tanto interrogativi da risolvere
A fare la differenza è stata l’attenzione del personale scolastico che ha organizzato per bene le lezioni evitando lo stretto contatto tra gli alunni. Nella situazione italiana pensare ad una soluzione del genere è fare i conti con aule piccole e vetuste che il più delle volte non hanno riscaldamenti e condizionatori considerando che a settembre, in zone come la Sicilia, ci sono ancora più di trenta gradi. Altra mano d’aiuto alla scuola finlandese è stata data dall’insegnamento a distanza e dalla facilità con la quale la popolazione è in grado di accedere ad internet, questo ha dato modo di creare un metodo “ibrido” di insegnamento che, nel caso servisse, poteva mutarsi dalle lezioni in aula a quelle a distanza.
In Italia si è assistito allo scellerato balletto dei banchi, una vicenda degna di un film di Totò è diventata per giorni interi la prima pagina dei principali quotidiani, insieme all’altra farsa del distanziamento da tenere all’interno delle classi.
La vicenda dei banchi pare essersi risolta con l’acquisto di banchi monoposto (il problema successivo e fornire tutte le scuole italiane). Dalla lettura del documento del Comitato tecnico scientifico (Cts) emerge però un aspetto altrettanto importante. Poiché molte scuole sono ancora alle prese con la richiesta di nuovi spazi, nuovi arredi e nuovo personale per riuscire ad assicurare il metro di distanza nelle classi, il Comitato tecnico scientifico chiarisce che, ove non sia possibile rispettarlo, nella fase di avvio dell’anno scolastico “sarà necessario assicurare la disponibilità e l’uso della mascherina, preferibilmente di tipo chirurgico, garantendo periodici e frequenti ricambi d’aria insieme alle consuete e già richiamate norme igieniche”.
di Sebastiano Lo Monaco