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Scuola-Lavoro, nessun risarcimento per vittime

Alternanza Scuola-Lavoro – L’annuncio, fatto dal governo Meloni, arriva sull’onda emotiva di quanto accaduto al ragazzo di 18 anni, Giuliano De Seta, deceduto a Noventa di Piave, schiacciato da una lastra di metallo. Prima di lui altri due giovanissimo avevano perso la vita: Giuseppe Leonci, 16 anni e Lorenzo Parrelli, 18 anni. Tutti “osservatori”. Per i familiari della vittima, stando all’Inail, non vi sarà nessun risarcimento. Il governo in carica si è impegnato a cambiare le norme sui risarcimenti Inail per gli studenti che moriranno nel periodo di alternanza Scuola-Lavoro.

Questo non accade perché gli studenti che si trovano nella situazione di stage, non sono riconosciuti come capofamiglia, non sono lavoratori, non sono praticanti, non sono, apprendisti. Ufficialmente sono degli “osservatori” dei processi lavorativi, la presenza servirebbe solo per acquisire competenze trasversali.

Cosa nei fatti accade, lo sanno tutti ma l’ipocrisia è la madre delle nefandezze. Ma se sono solo “osservatori”, perché ci sarebbe il rischio di lasciarci la pelle? Tutti sanno che i ragazzi vengono utilizzati come mano d’opera a gratis, però nessuno fa nulla per mettere fine a questa pratica aberrante, pensata male e gestita peggio.

Scuola-Lavoro e l’ipocrisia delle istituzioni

“Apprendere ad apprendere.” Con questo gioco di parole, lo Stato, sindacati e Unione Europa, vorrebbero far intendere che, nella scuola, debba entrare il concetto di lavoro. Studenti, che dovrebbero essere formati per essere cittadini del domani, debbono andare incontro alle richieste del mercato, farsi concavi o convessi a seconda della situazione, a seconda del bisogno delle aziende.

“Del risarcimento non ce ne importa niente”, questo hanno dichiarato i genitori di Giuseppe De Seta. Quello che è importante, hanno dichiarato, è “sapere come è morto nostro figlio”. Bisognerebbe, quindi, analizzare il problema da un altro punto di vista: come gestire in sicurezza la presenza dei ragazzi nei luoghi di lavoro?

Quello che ha fatto il governo, invece, è di riportare tutto ad una questione economica, lasciando, nei fatti, gli studenti in una sorta di terra di nessuno. Per questo la notizia dei futuri risarcimenti non deve essere presa come una buona notizia, nel politichese, oltre ai paradossi si nasconde il più delle volte anche l’ipocrisia.

di Sebastiano Lo Monaco

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