Medio Oriente

La povertà nel Regno Unito colpisce 3,6 milioni di bambini

di Cristina Amoroso

Mentre il Regno Unito è impegnato a sostenere l’ennesima aggressione militare contro un Paese sovrano – questa volta è il turno della Siria – circa 3,6 milioni di bambini sono attualmente in condizioni di povertà relativa in Gran Bretagna, rispetto ai 2 milioni registrati nel 1969 dallo studio “Born to fail”.
Secondo il nuovo rapporto visto da The Guardian, che sarà pubblicato la prossima settimana, la povertà infantile sta causando “apartheid sociale” e la Gran Bretagna corre il  rischio di diventare un luogo dove i bambini ricchi e poveri vivono in distinti, mondi paralleli.

Il rapporto, che sarà reso pubblico la prossima settimana dal National Children’s Bureau, per celebrare il 50° anniversario dell’agenzia, dimostra chiaramente che, “nonostante alcuni miglioramenti, la disuguaglianza e lo svantaggio subito dai bambini più poveri persiste ancora oggi, a distanza di 50 anni”, secondo le affermazioni del capo esecutivo Hilary Emery, che pone sotto accusa  il  “fallimento della volontà politica”.

Il rapporto mette in evidenza il fatto che “i bambini hanno meno opportunità di vita e soffrono conseguenze devastanti per tutta la vita”, infatti:

Un bambino da un contesto svantaggiato ha ancora molte meno probabilità di raggiungere un buon livello di sviluppo a quattro anni, rispetto un bambino di una casa più privilegiata.

■ I bambini che vivono in aree svantaggiate hanno molte più probabilità di essere vittima di un infortunio non intenzionale o di infortunio domestico.
■ I bambini provenienti dalle aree più povere hanno nove volte meno probabilità rispetto a quelli che vivono in zone ricche di avere accesso a spazi verdi, luoghi per giocare e di vivere in ambienti con una migliore qualità dell’aria.
■ Ragazzi che vivono in aree svantaggiate hanno tre volte più probabilità di essere obesi rispetto ai ragazzi che crescono in zone ricche, e le ragazze il doppio delle probabilità.
I risultati dello studio hanno inoltre suggerito che gli sforzi del governo britannico per la lotta contro la povertà infantile sono stati scarsi e che “i politici devono essere più ambiziosi” nell’affrontare il problema.

Nel mese di giugno, i dati diffusi dal Dipartimento per il Lavoro e le Pensioni (DWP) hanno rivelato che almeno un bambino su sei in Gran Bretagna vive in povertà relativa.
Nel 2011-12, il 17 per cento dei bambini del Regno Unito sono stati registrati come “viventi  in case con reddito sostanzialmente inferiore a quello medio”. La cifra sale al 27 per cento quando le spese di alloggio sono dedotte dal reddito. I bambini sono considerati in condizioni di povertà relativa quando il reddito delle loro famiglie è inferiore al 60 per cento della media dedotte le spese di alloggio.

Come sostiene Peter Wedge, professore emerito presso l’Università di East Anglia: “E’ il divario che conta, tra ciò che è importante e ciò che non lo è. Tra chi ha le risorse e chi non le ha. Come società possiamo cambiare solo se c’è la volontà”.

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