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Scompare uno dei volti meno nobili della Gran Bretagna

di Mauro Indelicato

Se n’è andata Margarette Tatcher, soprannominata la “Lady di Ferro”, prima ed unica donna a guidare il governo del Regno Unito, nonché il primo ministro in assoluto più longevo, visto che a Downing Street ha risieduto dal 1979 al 1990, vincendo tre elezioni consecutive.

Nel mondo occidentale, i commenti di commozione e quasi di mitizzazione ed idealizzazione di uno dei personaggi più controversi del 900 compaiono in tutte le tv; da un punto di vista umano, e per chi ci crede, bisognerebbe distinguere la compassione umana per una persona che non c’è più, dal giudizio meramente storico della sua azione di governo.

La prima e grave colpa, forse la più attuale viste le politiche economiche in voga oggi, riguardano le liberalizzazioni attuate già dal 1980 e con esse l’avvio dello smantellamento dello stato sociale britannico e poi l’esportazione di tale modello oltre Manica.

La Tatcher da Londra e Reagan da Washington, entrambi conservatori ed entrambi fautori del modello liberale più assoluto (c’è da chiedersi se sia soltanto una coincidenza la convivenza dei due sulle sponde dell’Atlantico), hanno formato quelle politiche economiche che di fatto hanno consegnato ai mercati ed ai grandi colossi multinazionali, un’importante fetta del dominio sul mondo occidentale e non solo.

Perseguendo sull’ideale delle liberalizzazioni e con la scusa di tale ideale, la Gran Bretagna ha visto stravolto il proprio welfare state, ha visto smantellato quasi del tutto il tanto decantato servizio sanitario nazionale ed ha visto il lento ed inesorabile declino dei ceti più popolari e meno abbienti dell’isola.

Questo da un punto di vista della politica interna, ma non tanto più gratificanti sono state le sue politiche in campo estero: su tutte, spicca la guerra delle Falkland, le isole rivendicate dall’Argentina e riprese con forza (molta forza) nel 1982, avviando una guerra lampo che fece però diverse vittime. Questo è l’episodio certamente più eclatante, che tira in ballo indirettamente anche l’attuale capo della Chiesa Cattolica, argentino, che 30 anni fa definì come una barbarie l’atteggiamento del governo Tatcher nei confronti di Buenos Aires e dei legittimi interessi del popolo sudamericano.

Ma le Falkland sono niente in confronto a quanto perpetuato in Irlanda del Nord; sono gli anni, quelli della Tatcher, in cui si è acuito lo scontro tra l’IRA, l’esercito di liberazione dell’Ulster, ed il governo di Londra e la tanto paventata “azione di ripristino della legalità” in Irlanda ha coinciso con molti traumi per l’isola gemella del Regno Unito.

Non a caso Gerry Adams, leader dello Shin Fein, ha oggi dichiarato come in Irlanda non c’è molta voglia di piangere la lady di ferro: “Ha fatto molto male al popolo irlandese” sono le sue prime parole.

Da quelle parti infatti, la ricordano per la censura, la collusione e l’uccisione di cittadini in operazioni segrete, tra cui avvocati come Pat Finucane, accanto a operazioni militari più aperte e per il rifiuto di riconoscere i diritti dei cittadini a votare per i partiti di loro scelta.

“Margaret Thatcher – continua ancora Adams – sarà soprattutto ricordata per il suo ruolo vergognoso durante gli scioperi della fame epici del 1980 e del 1981 (quelli durante i quali morì Bobby Sands, ndr): la sua politica irlandese ha fallito miseramente”.

Dunque, un giudizio storico decisamente poco appagante per la Tatcher, anche se, sotto l’ombra dell’emozione per la morte appena avvenuta, al momento si ricorda la sua figura di leader e di donna di ferro, capace di monopolizzare la scena inglese per più di un decennio, operazione questa non riuscita nemmeno a Tony Blair negli anni 90.

E’ scomparso quindi oggi un pezzo di storia, nel bene e nel male, del 900; si spera, che con la consegna definitiva alla storia di lady Tatcher, si possa tracciare meglio e con più obiettività il suo profilo umano e politico.

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