Sciiti ancora obiettivo dei terroristi in Afghanistan
Un brutale attentato dinamitardo è stato compiuto ieri sera durante un matrimonio di sciiti nella zona occidentale della capitale afghana di Kabul. L’esplosione ha provocato la morte di almeno 63 persone e il ferimento di altre 182. Tra le vittime anche diverse donne e bambini. Il gruppo terroristico dell’Isil ha rivendicato la responsabilità dell’esplosione nella capitale afghana. I talebani hanno immediatamente negato ogni responsabilità e condannato l’attacco contro civili sciiti. Da evidenziare che questo è solo l’ennesimo attacco terroristico contro la comunità sciita afghana, infatti, la zona dove è stato effettuato il vile attentato è a maggioranza sciita.
Questo attentato arriva mentre i talebani e gli Stati Uniti sono nelle fasi finali di un accordo per ridurre la presenza militare americana in Afghanistan. Il possibile accordo deve essere raggiunto in cambio di un impegno talebano in materia di sicurezza e colloqui di pace con il governo afghano. Il presidente afghano, Ashraf Ghani, la cui amministrazione è stata esclusa dai colloqui, ha dichiarato la scorsa settimana che solo gli afghani devono decidere il loro destino e non poteri esterni anche se “alleati”. Il presidente ha affermato che la pace è possibile solo con un accordo tra il governo afghano e i talebani.
Iran condanna ennesimo attacco contro sciiti
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Abbas Mousavi ha condannato con veemenza l’attacco terroristico a Kabul, affermando che gli autori dell’atto atroce sono i “nemici dell’umanità, della pace, della sicurezza e della stabilità in Afghanistan”. Esprimendo cordoglio e solidarietà con il governo e la nazione afghana, nonché con le vittime dell’esplosione della bomba, Mousavi ha affermato che il Paese sta attraversando un’era dura e fatidica disseminata di difficoltà e deterrenti. Il portavoce iraniano ha aggiunto che l’Afghanistan sarebbe in grado di superare tali difficoltà attraverso uno sforzo concertato e l‘unità tra il governo afghano, la nazione e le varie fazioni.
di Giovanni Sorbello