Cronaca

Scende il prezzo del petrolio, ma restano le accise sulla benzina

Petrolio – La benzina è stata una delle protagoniste della campagna elettorale delle politiche del 2018 quando Matteo Salvini, con tanto di lavagna e numeri, promise che le accise sul carburante sarebbero state del tutto eliminate con conseguente abbassamento del costo della benzina. Trascorso un anno, passata la campagna elettorale per le europee, della cancellazione delle accise e degli abbattimenti conseguenti del costo del carburante non c’è ombra.

Lo stop al caro benzina è notizia di questi giorni visto che vi è stato un crollo delle quotazioni internazionali del petrolio e a richiederlo non è il ministro Salvini ma l’Uecoop, l’Unione europea delle cooperative che sta seguendo la brusca caduta del costo del petrolio sui mercati internazionali; il Wti perde a New York il 5,12% arrivando a 50, 47 dollari al barile, mentre il Brent scende del 3,55% scendendo sotto i 60 dollari al barile con un costo di 59,77 dollari al barile. Il tutto si dovrebbe trasferire anche sul costo della benzina in Italia che risiede stabilmente nella top ten dei Paesi con la benzina più cara al mondo, mentre per il costo del diesel si staglia al secondo posto.

75%, tanto è aumentato il costo della benzina negli ultimi vent’anni mentre il diesel ha registrato un rialzo del 47,7% e il gpl del 49,9%; un rifornimento effettuato presso un self service costa 1,624 al litro per la benzina, 1,511 per il diesel, ma bisogna tenere in considerazione che si tratta di una media visto che nel territorio italiano ci sono prezzi che superano di parecchi centesimi il costo base a seconda se il rifornimento venga fatto in autostrada dove si arriva a picchi di 1,823 euro per litro sulla benzina con il diesel a 1,511 euro per litro.

Per Eurocoop ad avere il maggiore impatto sul carburante sono proprio le tesse che nell’ultimo periodo hanno inciso per il 63% sul costo del carburante, ossia: ogni qualvolta un automobilista si ferma per mettere benzina sul costo di 55 litri, che è la media di un pieno, lo Stato si mette in tasca 48 euro per il diesel e 55 euro sulla benzina.

Per la Coldiretti l’abbattimento del costo del petrolio è un’opportunità per la ripresa economica di uno Stato disastrato come l’Italia che dipende fortemente dalle forniture estere per il fabbisogno energetico e sarebbe auspicabile, continua la Coldiretti, che il crollo del prezzo della benzina faccia sentire il suo effetto anche nelle tasche degli italiani visto e considerato che in un Paese come l’Italia l’85% dei trasporti commerciali avviene con mezzi gommati.

Sino adesso se i ribassi ci sono stati sono minimi: Tamoil ha tagliato di 2 centesimi il costo della benzina e del diesel, mentre la Q8 è scesa di un solo centesimo. Il prezzo medio nazionale praticato in modalità self della benzina è pari a 1,618 euro/litro, con i diversi marchi che vanno da 1,615 a 1,628 euro/litro (no-logo a 1,602). Il prezzo medio praticato del diesel è a 1,504 euro/litro, con le compagnie che passano da 1,502 a 1,517 euro/litro (no-logo a 1,488). Quanto al servito, per la verde il prezzo medio praticato è di 1,752 euro/litro, con gli impianti colorati che vanno da 1,728 a 1,820 euro/litro (no-logo a 1,648), mentre per il diesel la media è a 1,642 euro/litro, con i punti vendita delle compagnie tra 1,629 e 1,724 euro/litro (no-logo a 1,535). Il Gpl, infine, va da 0,628 a 0,659 euro/litro (no-logo a 0,629).

La buona notizia è che il tavolo tecnico del Mise si è riaperto invitando le organizzazioni dei gestori della distribuzione dei carburanti, la riunione che è avvenuta il 28 Maggio ha approfondito temi come l’illegalità nel settore dei distributori che stando al Movimento 5 Stelle è di fondamentale importanza.

di Sebastiano Lo Monaco

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