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Delineata la scandalosa Amministrazione Trump

Confermando le peggiori previsioni, Trump sta assemblando un’Amministrazione da incubo, chiamando personaggi controversi o impresentabili a ricoprire i ruoli più delicati.

Trump-IsraeleA parte il vice presidente Mike Pence, un politico di lunga esperienza che Trump ha voluto accanto a sé per rassicurare l’establishment, le tre caselle fin’ora ufficializzate sono state occupate dal Senatore Jeff Sessions come Ministro della Giustizia; dal generale Michael Flynn come Consigliere per la Sicurezza Nazionale e dal Deputato Mike Pompeo come capo della Cia. Tre elementi non privi di competenze, ma criticati ferocemente nei loro stessi ambienti per le loro posizioni improponibili.

Sessions è un politico dell’Alabama, noto per le sue posizioni al limite (ed oltre) del razzismo e ferocemente ostile agli immigrati; la sua nomina metterà il Ministero della Giustizia nelle mani dell’ala più conservatrice del Congresso.

Flynn è un ex generale giudicato di grande capacità ma assolutamente instabile e privo di equilibrio; scelto da Obama come capo della Dia (l’Intelligence militare), ne è stato cacciato per le sue posizioni farneticanti e per il suo odio viscerale per l’Islam e i musulmani. Come Consigliere per la Sicurezza Nazionale, sarà la voce più influente in tema di politica estera e impiego della forza per Trump, un Presidente completamente digiuno di queste materie.

Mike Pompeo è un ultrà della destra schierato con i Tea Party; ex militare e passato da tempo alla politica, ha conosciuto il mondo dei “Servizi” solo come membro del comitato “Intelligence” della Camera. È fautore della tortura (pudicamente definita “tecniche non convenzionali”) negli interrogatori ed è favorevole a mantenere in uso il carcere “speciale” di Guantanamo. Nemico giurato dell’Iran, è ossessionato dagli accordi di Vienna sul nucleare; alla notizia della nomina ha dichiarato che non vede l’ora di mettersi al lavoro per cancellarli.

Ma non è finita: alla testa del Pentagono è in predicato il generale dei marines James Mattis, il suo soprannome, “mad dog”, la dice tutta sul personaggio; potremmo continuare a lungo la lista di personaggi incredibili interpellati da Trump per far parte della sua squadra, una squadra che vede nella posizione di stratega e consigliere personale Steve Bannon, un suprematista bianco che è arrivato a dichiarare in un’intervista che: “l’oscurità è una cosa buona. Satana, questo è il potere. Ci aiuta quando loro (gli avversari politici) sbagliano.”

La sfilata di personaggi integralisti, guerrafondai, razzisti e semplicemente deliranti testimoniano l’assoluta inadeguatezza di Trump e la totale mancanza di classe dirigente con cui riempire i 20mila posti nell’Amministrazione resi vacanti dallo “spoils system”, e per i quali è in corso una selvaggia “corsa all’oro”, che assai difficilmente premierà i migliori.

A parte queste considerazioni di carattere generale, due sono le osservazioni da fare sulla prossima Presidenza: non è affatto un caso che Trump fin’ora abbia ufficializzato le scelte per le caselle “legge, ordine e sicurezza” da dare in pasto alla sua base elettorale. Nomine “forti”, per fare digerire quelle che effettuerà su ciò che più gli sta a cuore: finanza e business; nomine che porteranno Wall Street alla Casa Bianca. I nomi che circolano già da tempo parlano di personaggi legati a JP Morgan, Goldman Sachs ed ai fondi più potenti.

La seconda osservazione, che si riallaccia alla prima, è il peso della famiglia Trump sull’Amministrazione che sta nascendo, e soprattutto della figlia Ivanka e di suo marito Jared Kushner. Malgrado una legge federale del 1967 impedisca al Presidente di assegnare incarichi pubblici ai propri familiari, le immagini dell’incontro del premier giapponese Abe con Trump, dicono tutto dell’influenza che essi avranno, e come sarà messa a frutto.

Qui non si tratta del protagonismo di una giovane coppia di parvenu (hanno entrambi 35 anni): Ivanka è l’amministratrice degli affari di Trump e suo marito, un ebreo ortodosso di cui lei ha abbracciato la religione, ha ereditato la guida di una delle società immobiliari più importanti di New York, la Kushner Real Estate Group con un patrimonio immobiliare stimato 7 Mld di dollari. È a lui ed alla sua famiglia che si deve l’imminente riavvicinamento degli Stati Uniti ad Israele.

In poche parole, con Trump la Casa Bianca è stata regalata ad uno scaltro businessman totalmente impreparato al ruolo e dalle idee inesistenti o improponibili, che sta riempiendo l’Amministrazione con gli scarti peggiori, salvo riservare per gli “amici” le caselle più vicine agli interessi della sua famiglia.

L’eventuale arruolamento di qualche politico di lungo corso, come Mitt Romney in predicato per la carica di Segretario di Stato, è solo fumo negli occhi di una Presidenza che, secondo diversi commentatori, corre il rischio di interrompersi prima sotto il peso di disastri. Il guaio non sono i danni per una nazione che non solo se li è voluti ma che abituata a causarli alle altre, quanto le gravi conseguenze che potrebbero derivarne per il mondo intero.

di Salvo Ardizzone

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