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Covid, voli fantasma delle compagnie per non perdere gli hub

La pandemia da Covid 19, soprattutto nel primo anno, ha messo a dura prova tutti. Uno stress test di quelli tosti che ha colpito settori come sanità, scuola, economia. A farne le spese sono state anche le compagnie aree, che in un lampo si sono viste dimezzare, quando è andata bene, i passeggeri. Per altri invece è successo ben di peggio: gli arei sono rimasti a terra.

Il report di Greenpeace ha messo in risalto qualcosa di strano, movimenti di aerei che partono e tornano vuoti, senza passeggeri né all’andata né al ritorno. Perché? Far volare un areo non è qualcosa di semplice, occorrono autorizzazioni, personale di bordo e di terra ma non solo. Mettere in cielo un aereo ha un costo anche in termine di ecologia ed è quello che ha scoperto Greenpeace.

Sarebbero 100mila i voli “fantasma” senza passeggeri e con il solo equipaggio, ad essere partiti nel solo inverno del 2021. Voli che avrebbero emesso nell’atmosfera emissioni pari a 1,4 milioni di automobili. Chi non si è nascosto ed ha gettato la maschera è stata la compagnia di bandiera tedesca Lufthansa. Stando alle sue dichiarazioni, verranno operati circa 18mila voli fantasma, il motivo? Tenere gli slot di pista, in parole semplici, il posto. Dal 1993, infatti, esiste un regolamento Ue che impone alle compagnie di far “muovere” i propri aeromobili al fine di non perdere il diritto di decollare.

Il 26 Gennaio, Greenpeace ha stimato nel 17% il numero totale dei voli fantasma in Europa. Il danno che questi aerei causerebbero all’ambiente, equivarrebbe a 2,1 milioni di tonnellate di CO2.

Covid e capitalismo selvaggio

Il Ceo della compagnia di bandiera tedesca ha tolto il velo su questo nuovo “costume”: “Dovremo effettuare 18mila voli extra, non necessari, solo per assicurarci i diritti di decollo e atterraggio”, aveva spiegato a fine dicembre in un’intervista al Frankfurter Allgemeinen Sonntagszeitung. Le compagnie aeree sono tenute a eseguire almeno l’80% dei voli prenotati per assicurarsi gli slot aeroportuali secondo la legge dell’Ue. A causa del Covid, la Commissione europea aveva temporaneamente ridotto questa soglia ad almeno il 50% dei voli, ma sarà nuovamente aumentata al 64% dei voli nel marzo 2022.

La Commissione europea ha risposto a Lufthansa con un intervento di Stefan De Keersmaecker, portavoce della Commissione per i trasporti. Secondo il funzionario, “i livelli di utilizzo degli slot sono stati gradualmente aumentati di nuovo quando i voli Ue hanno iniziato a recuperare. Per questa stagione invernale le compagnie devono utilizzare solo il 50%. Questa decisione si basa sui dati e sulle previsioni di Eurocontrol (il traffico aereo era il 77% del traffico del 2019 per i primi 6 giorni del 2022)”. De Keersmaecker ha comunque sottolineato che “le regole dell’Ue non obbligano le compagnie aeree a volare o a tenere in volo aerei vuoti. Decidere di operare rotte o meno è una decisione commerciale della compagnia aerea e non una conseguenza delle regole europee”.

Volendo, gli aerei vuoti potrebbero rimanere a terra. Si eviterebbe traffico inutile e soprattutto diminuirebbero le emissioni gas nell’atmosfera. Si tratta allora di etica, tema che poco si sposa con il capitalismo selvaggio attuato dalle multinazionali.

di Sebastiano Lo Monaco

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