Sanzioni uccidono oltre 560mila persone all’anno

Secondo un nuovo studio pubblicato il 25 luglio su Lancet Global Health, le sanzioni economiche generalizzate, spesso presentate come un’alternativa meno violenta alla guerra, sono responsabili di circa 564mila decessi ogni anno, la maggior parte dei quali bambini di età inferiore ai cinque anni.
La ricerca ha analizzato i dati di 152 Paesi in un periodo di 10 anni e ha scoperto che il numero di morti causato dalle sanzioni è paragonabile a quello dei conflitti armati. Redatto dagli economisti Francisco Rodriguez, Silvio Rendon e Mark Weisbrot, lo studio sottolinea l’impatto devastante delle sanzioni sulla salute pubblica e sulle infrastrutture essenziali.
Prendendo di mira settori economici chiave come la finanza e l’energia, le sanzioni limitano l’accesso a importazioni essenziali come medicinali, cibo e componenti per sistemi idrici ed elettrici, causando sofferenze diffuse senza la devastazione visibile di bombe e missili.
Stati Uniti impongono sanzioni come strumento di politica estera
Gli Stati Uniti, che impongono più sanzioni di qualsiasi altro Paese, si sono sempre più rivolti a queste misure come strumento di politica estera. Sebbene spesso giustificate come un mezzo non violento per esercitare pressione sugli avversari, gli esperti sostengono che il costo umano che ne deriva è tutt’altro che pacifico.
“Le sanzioni stanno diventando l’arma preferita degli Stati Uniti e di alcuni alleati, non perché siano meno distruttive, ma perché il prezzo da pagare è meno visibile”, ha scritto Weisbrot in un commento per il Los Angeles Times. “Uccidono silenziosamente, senza il costo politico della guerra”.
Il caso del Venezuela illustra l’impatto letale delle sanzioni. Dopo che gli Stati Uniti hanno imposto ampie restrizioni economiche nel 2017 e le hanno ulteriormente inasprite sotto l’amministrazione del presidente Donald Trump, il Paese è sprofondato in una depressione storica. Tra il 2012 e il 2020, l’economia venezuelana si è contratta del 71% – una contrazione tre volte superiore a quella della Grande Depressione negli Stati Uniti – con decine di migliaia di morti direttamente collegate alle sanzioni, secondo diversi studi.
L’effetto delle sanzioni sui bambini
I bambini sotto i cinque anni sono particolarmente vulnerabili. Le sanzioni aumentano i tassi di malnutrizione, rendendo i bambini più inclini a morire per malattie altrimenti curabili come morbillo, polmonite e diarrea.
I risultati dello studio sono in linea con le ricerche precedenti della Banca dei Regolamenti Internazionali e di altre istituzioni, che evidenziano forti aumenti della mortalità durante le recessioni economiche.
I critici sostengono che le sanzioni statunitensi violino sia il diritto internazionale che quello interno. Sono considerate punizioni collettive ai sensi delle Convenzioni di Ginevra e dell’Aja e sono illegali ai sensi della Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani. La legge statunitense prevede inoltre che le sanzioni siano imposte solo in risposta a un'”emergenza nazionale” causata da una minaccia esterna, un criterio raramente soddisfatto nella pratica.
Nonostante le statistiche fosche, i ricercatori ritengono che la consapevolezza pubblica potrebbe indurre al cambiamento. “L’invisibilità delle sanzioni è la loro più grande risorsa politica”, ha osservato Weisbrot. “Ma una volta scoperte, diventano indifendibili”.
Dopo l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq, l’Onu, fortemente influenzata dagli Stati Uniti, impose ampie sanzioni all’Iraq a partire dall’agosto del 1990 e fino all’invasione statunitense del 2003. L’economia irachena è crollata. Le sue infrastrutture – in particolare i sistemi idrico e igienico-sanitario – non potevano riprendersi dai danni della guerra senza l’accesso a componenti e forniture straniere, bloccate dalle sanzioni.
Come distruggere un Paese
L’Unicef ha riferito che alla fine degli anni ’90 le sanzioni hanno contribuito alla morte di oltre 500mila bambini iracheni sotto i cinque anni a causa di malnutrizione, malattie e mancanza di medicine.
Dopo l’inizio della guerra di Stati Uniti e Israele per rovesciare il governo siriano nel 2011, gli Stati Uniti hanno imposto ondate successive di sanzioni contro l’ex governo siriano del presidente Bashar al-Assad, tra cui il Caesar Act del 2020, che ha esteso le sanzioni alle entità straniere che intrattengono rapporti con la Siria.
Di conseguenza, la lira siriana ha perso gran parte del suo valore. I prezzi dei beni di prima necessità sono saliti alle stelle e i sussidi per cibo, carburante e medicinali sono diminuiti. Oggi, il 90 percento dei siriani vive in povertà.
di Redazione