
La sanità non gode di buona salute su tutto il territorio nazionale, soprattutto da quando esistono tante sanità quante sono le regioni che danno vita ad un caleidoscopio di mancanze, disfunzionalità e disparità di prestazioni tra una regione e l’altra. I problemi peggiori li vivono gli abitanti del Sud Italia, con una sanità sempre più ai margini a vantaggio del privato, ma non solo. In questi giorni, la Procura di Palermo ha individuato nella Sicilia un “sistema sanitario affetto da corruzione sistemica”, scrivono i magistrati nella richiesta di misure cautelari per dieci indagati.
Sanità, comitato d’affari criminale
Secondo la Procura di Palermo, un comitato gestisce gli appalti nella sanità composto da dirigenti pubblici, lobbisti, imprenditori del settore e loro collaboratori legati da contiguità con esponenti politici di rilievo.
Nella richiesta, la magistratura ipotizza turbative d’asta di gare per un totale di 130milioni; l’ennesimo scandalo in un settore devastato dagli interessi particolare a discapito degli interessi generali. L’inchiesta è stata portata avanti dai Pm coordinati dal procuratore Maurizio de Lucia, dove gli indagati sono accusati di corruzione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Nei confronti degli indagati sono state notificate misure cautelari che vanno dagli arresti domiciliari, agli obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, obblighi di dimore e provvedimenti interdettivi; in tutto ciò, nessuno è andato in carcere.
Il “sistema”
Per avvantaggiare “gli amici”, i pubblici funzionari anticipavano ai referenti documenti riservati su gare ancora da bandire, avrebbero inoltre costruito capitolati su misura dei loro interlocutori arrivando ad annullare i bandi che non erano di loro gradimento. L’inchiesta ha altresì svelato delle manovre atte a condizionare la formazione delle commissioni aggiudicatrici inserendo componenti “affidabili.”
In cambio, ai pubblici ufficiali venivano date o promesse tangenti collegate al valore delle commesse, talvolta mascherate da accordi di consulenza. Vi erano casi in cui sarebbero stati garantiti con la classica assunzione di familiari. Le gare incriminate sono almeno cinque: servizio gestione, assistenza e manutenzione del parco apparecchiature biomediche bandita dall’Asp di Trapani nel 2021 e fatta vincere alla Polygon.
Vi è poi quella per il servizio integrato di sterilizzazione, manutenzione e fornitura in noleggio di strumentare chirurgico e servizi supplementare bandita dall’Ospedale Civico di Palermo nel 2022.
Tra i capi d’imputazione anche la turbativa d’asta della gara per l’affidamento del servizio integrato di gestione delle aree operatorie, sterilizzazione, manutenzione e fornitura in noleggio di strumentario chirurgico e servizi supplementari bandita nel 2021 dall’Asp di Caltanissetta. Dalle carte emerge che gli indagati parlassero in codice parlando di “mozzarelle” e “pane cunzatu”, ma in maniera così dilettantesca da far intendere quale fosse l’oggetto del contendere della conversazione.
di Sebastiano Lo Monaco