Khamenei, il sangue dei martiri e l’albero della Rivoluzione
Ayatollah Khamenei – A seguito della Rivoluzione islamica del 1979, il regime iracheno di Saddam, sostenuto e finanziato dagli Usa e buona parte dell’Occidente, avviò una devastante guerra contro l’Iran. Il conflitto si concluse nel 1988 in seguito all’intervento dell’Onu che ripristinò i confini precedenti all’inizio della guerra.
Nell’agosto del 1988, dopo otto anni di una guerra imposta al popolo iraniano e dopo la morte di oltre 1.5 milioni di uomini e donne (per il 60% iraniani) e 1,700mila feriti, la risoluzione 598 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite con la sua proposta di cessazione delle ostilità, fu accettata dai due Paesi.
In occasione della Settimana nazionale della Sacra Difesa contro la guerra sostenuta dagli Stati Uniti contro l’Iran, Āyatollāh Seyyed Alī Ḥoseynī Khāmeneī ha emesso un messaggio. Ecco il testo integrale del messaggio dell’Ayatollah Khamenei in occasione della Settimana nazionale della Sacra Difesa sacra, ripubblicato da http://english.khamenei.ir:
Nel nome di Dio, il più benefico, il più misericordioso
Ogni giorno che passa per la Repubblica islamica dell’Iran – i nuovi orizzonti si aprono in avanti e gli alti e bassi di questo percorso orgoglioso si manifestano – il valore del sacrificio che i martiri hanno reso diventa più manifesto di prima. Con il loro sangue, consolidarono le fondamenta di questa magnifica e gloriosa struttura e trasformarono l’alberello appena cresciuto in un albero robusto con radici forti.
La porta è aperta a sforzarsi su varie arene e il picco del Jihad (impresa disinteressata) è il martirio. “Tra quelli alcuni di loro hanno adempiuto il loro voto e altri attendono il tempo stabilito [Corano 23:33]”. Onorare i martiri e inchinarsi davanti alle loro famiglie pazienti è un obbligo importante per noi oggi e per sempre.
di Redazione