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Siria, gli Usa ritirano anche la portaerei Roosevelt; la Russia fa sempre più paura

di Redazione

Gli Usa hanno ritirato la Uss Theodore Roosevelt dal Golfo Persico insieme al suo gruppo di battaglia; era dal 2007 che il Pentagono non disponeva di una portaerei nell’area. Secondo il comunicato della Marina, ciò è dovuto alla necessità di procedere alla manutenzione della nave, già rinviata più volte.

Con il ritiro dell’unità, e del suo stormo d’attacco aereo imbarcato che ha in 4 gruppi di Super Hornet il suo fulcro, la V^ Flotta, responsabile del Golfo Persico, del Mar Rosso e della parte occidentale dell’Oceano Indiano, viene privata del suo assetto più importante. Una condizione di debolezza destinata a protrarsi fino al marzo del 2016, quando verrà raggiunta dalla portaerei Uss Harry Truman.

Malgrado le giustificazioni tecniche, è singolare che gli Usa indeboliscano così il proprio dispositivo in Medio Oriente proprio in questo momento cruciale, che segna una svolta decisiva nelle crisi che insanguinano l’area. Malgrado le rassicurazioni verbali dei portavoce del Pentagono, secondo i quali i raid condotti nell’ambito dell’Operazione Inherent Resolve contro l’Isis nei cieli di Iraq e Siria verranno continuati con gli assetti basati negli aeroporti kuwaitiani, sauditi, iracheni e turchi, il provvedimento ha tutto il sapore di un disimpegno di Washington dall’area, avvalorato dalla decisione di sospendere il programma di addestramento e aiuto ai “ribelli” siriani, dopo i recenti risultati disastrosi.

Al di là delle roboanti dichiarazioni ufficiali (rese a beneficio del Congresso e degli storici “alleati” locali), alla luce di questi fatti concreti appare evidente una ritirata Usa dal teatro mediorientale, lasciando sostanzialmente campo libero alla Russia ed al suo intervento sempre più massiccio.

In poche parole, sembra concretizzarsi quel progressivo disimpegno dell’attuale Amministrazione americana dal Golfo, da tempo teorizzata da Obama, contemporaneo al ribaltamento degli equilibri dell’area, conseguente alla scesa in campo dell’Iran dopo gli accordi sul nucleare e al decisivo coinvolgimento della Russia.

Per come evolvono rapidamente le cose, il Medio Oriente è avviato a un radicale cambiamento di cui adesso s’intravede solo l’inizio.

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