Salviamo Marco Zennaro da un’ingiusta prigionia in Sudan
Marco Zennaro, titolare di un’azienda di Marghera (VE) con 26 dipendenti e padre di 3 figli (11, 10, 4 anni), è trattenuto forzatamente ed ingiustamente dal 18 marzo 2021 a Khartoum, Sudan.
Marco è detenuto dal 1° aprile in condizioni disumane e degradanti nella capitale Khartoum, in uno stanzone con altre 30 persone, dove si dorme per terra a 46 gradi e con un solo bagno condiviso. Non ha diritto di visita, non ha diritto “all’aria”, è costantemente vessato anche dal punto di vista psicologico. Gli dicono “Regeni devi pagare”.
È in stato di arresto per una denuncia formulata da un soggetto che non ha alcun rapporto contrattuale diretto con lui, e che – forte delle strette relazioni con potenti miliziani sudanesi – ha fatto un uso distorto della denuncia penale per costringere Marco a pagare in cambio della libertà. Un pagamento importante era già stato fatto in virtù di un accordo seppur estorto, sotto minaccia armata e pressione psicologica, sottoscritto fra Marco e il suo partner commerciale. Successivamente Marco è stato nuovamente arrestato all’aeroporto quando stava per imbarcarsi sul volo che lo avrebbe riportato a casa in forza di una mera telefonata proveniente “dall’alto”.
Questo fatto dimostra che questa vicenda non può essere risolta da Marco o dai suoi familiari. Gli arresti non sono mai stati convalidati da un giudice e quindi c’è bisogno dell’aiuto dello Stato italiano. L’Ambasciatore in Sudan sta seguendo il caso fin dal primo giorno ma, tuttavia, viste quali sono le forze contrapposte locali e il lungo tempo oramai trascorso, è necessario l’intervento del nostro Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, al quale formuliamo un appello affinché faccia tutto il possibile per riportare Marco Zennaro a casa dalla sua famiglia.
La sua famiglia teme anche per la sua incolumità, a maggior ragione considerato che il partner commerciale, unico testimone di favore, è stato recentemente trovato morto annegato nel Nilo.