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Russia non sarà mai alleato ideologico della Resistenza

Russia – Della catastrofe che ha travolto un anno fa la Siria si parla poco, in tanti cercano di nascondere la montagna di tradimenti e di traditori che hanno gettato il Paese nel caos e nella violenza più brutale. Un’orda di balordi, finanziata dall’Occidente, in poche ore ha presto il controllo del Paese senza incontrare ostacoli. Fin dall’inizio questa narrazione è risultata quantomeno ambigua, o meglio, la quasi totale assenza di resistenza all’invasione dei mercenari di Hts ha destato molti sospetti.

In realtà, si cerca di nascondere la catena di tradimenti e complicità che ha coinvolto mezzo mondo e oltre. Tra gli attori principali abbiamo Russia, Turchia, Israele, Emirati, Usa, Gb ect… ma la lista è realmente lunga. Lo stesso Assad non è esente da responsabilità, dato che nei mesi precedenti alla caduta, aveva manifestato a più riprese un atteggiamento ostruzionistico nei confronti dell’Iran e delle forze dell’Asse della Resistenza presenti in Siria dietro invito di Assad. Proprio queste forze, che avevano difeso la Siria e il suo governo dall’invasione terroristica nel 2011, sono state le uniche che per la loro lealtà hanno pagato il prezzo più alto. Al momento opportuno, forse, emergeranno i tanti episodi sospetti che daranno un quadro più chiaro sui reali responsabili della “caduta” del governo di Assad.

Russia alleato affidabile?

Tornando ai giorni nostri ma restando in tema, fa riflettere l’incontro avvenuto giorni fa a Mosca tra il presidente russo, Vladimir Putin e il nuovo presidente siriano, Ahmad al-Sharaa (al-Julani). Prima della caduta del suo governo nel luglio 2024, Bashar al-Assad si recò a Mosca e incontrò Putin. Un anno e tre mesi dopo l’ultimo viaggio ufficiale di Assad a Mosca, oggi al-Julani, in qualità di capo della Repubblica Araba Siriana, incontra Putin con tutti gli onori di casa.

A conferma del ruolo ambiguo della Russia, vale la pena ricordare che l’ex leader di Al-Qaeda-Isis e attuale presidente siriano Ahmad al-Sharaa, ha rivelato il 12 settembre che lui e i suoi seguaci di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), hanno preso il potere a Damasco nell’ambito di un accordo con la Russia.

A ulteriore conferma della cattiva fede di Mosca, un ex ufficiale dell’esercito siriano ha dichiarato all’agenzia The Cradle: “La Russia ha regolarmente impedito alla Siria di utilizzare i suoi sistemi di difesa aerea quando era presa di mira dagli aerei da guerra israeliani negli anni precedenti alla caduta di Assad. I russi ci hanno tradito molto prima dell’8 dicembre”, ha affermato l’ufficiale.

Mosca e Tel Aviv

Sul “particolare” rapporto tra Mosca e Tel Aviv, il professor Chen Kerchner dell’Università di Ariel scrive: “Israele e Russia hanno intrapreso un ‘equilibrio di amicizia’, ​​nonostante si trovino dal 2025 su fronti opposti nel conflitto siriano. Russia e Israele hanno sviluppato norme e pratiche strutturali – tra cui incontri regolari delle élite, dichiarazioni pubbliche e altri meccanismi – per mitigare le controversie. Queste strategie hanno creato e sostenuto un equilibrio di amicizia che ha impedito rivalità e inasprimenti tra i due Paesi”, scrive Kerchner.

Altro particolare non estraneo ai fatti, dopo che Israele ha attaccato lo scorso giugno l’Iran, il presidente Vladimir Putin ha spiegato che la Russia non ha aiutato la Repubblica Islamica perché “in Israele vivono quasi due milioni di persone di lingua russa”. Sulla lealtà di Mosca c’è poco da aggiungere.

Ci auguriamo di aver contribuito a fare un po’ di chiarezza sui tanti tradimenti che hanno portato la Siria ad essere “governata” da una banda di criminali pagati dall’Occidente. Non sappiamo ancora quanto siano profondi e complessi i retroscena, né i numerosi sviluppi in corso. Una cosa è chiara: la Russia non è mai stata e non lo sarà mai un alleato ideologico della Resistenza. Con buona pace dei tanti “tifosi da bar” filo-russi.

di Redazione

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