Medio Oriente

Rivoluzione Islamica, ispirazione contro l’imperialismo

Ogni 4 novembre, gli iraniani ricordano la storica occupazione dell’ambasciata degli Stati Uniti in Iran, avvenuta nove mesi dopo la vittoria della Rivoluzione Islamica del 1979.

Il 4 novembre del 1979, un gruppo di studenti universitari iraniani occupò l’ambasciata degli Stati Uniti, divenuta un covo di spionaggio il cui obiettivo ultimo era quello di rovesciare la Repubblica islamica, sequestrando tutto il personale diplomatico. Dieci giorni più tardi, in risposta alla presa degli ostaggi, l’ex presidente americano Jimmy Carter ordinò il congelamento di tutti i beni e le proprietà del governo iraniano negli Stati Uniti. Gli studenti rivoluzionari iraniani arrestarono 52 spie americane travestite da diplomatici.

Documenti tagliuzzati furono ritrovati successivamente nel compound che confermarono il vero ruolo dell’ambasciata americana a Teheran. Infatti, le carte rivelarono che era divenuta il centro nevralgico di un complotto teso a rovesciare la Repubblica islamica dell’Iran. Il defunto fondatore della Repubblica islamica, l’Imam Khomeini, elogiò l’azione degli studenti definendola “una seconda Rivoluzione”.

Da questa eroica azione nacque lo slogan “Morte all’America“, simbolo delle nazioni che resistono all’imperialismo degli Stati Uniti in tutto il mondo e in particolare nella regione dell’Asia occidentale. L’attuale eroica Resistenza del popolo yemenita è un esempio eccezionale di una nazione che sta resistendo al criminale imperialismo statunitense e dei suoi alleati nella regione.

La Rivoluzione Islamica come Ispirazione

La Rivoluzione Islamica in Iran ha rafforzato il nazionalismo nei Paesi della regione, ed ha intensificato il risveglio delle masse guadagnando slancio nella regione. In tutto il mondo arabo si diffuse tra le masse un’immensa ammirazione per la Rivoluzione Islamica. Molti popoli furono ispirati da questa Rivoluzione, il cui leader, l’Imam Khomeini, ha sottolineato che l’Islam è l’unico modo per liberare la regione dai disagi e dalle dittature appoggiate dalle potenze occidentali. Molti popoli arabi disprezzarono la debolezza dei propri leader e condannarono la loro subordinazione agli Stati Uniti.

L’Iran divenne un modello di ispirazione per le altre nazioni regionali e per i movimenti di lotta contro l’imperialismo e le potenze arroganti. Masse diseredate della regione considerarono la Repubblica Islamica dell’Iran e la sua leadership un orientamento per i movimenti di Resistenza.

Ambasciate come centri di spionaggio

Dall’occupazione della propria ambasciata a Teheran, gli Stati Uniti non hanno mai imparato la lezione, ma hanno continuato ad usare le proprie ambasciate nel mondo non solo per spiare i nemici, ma anche gli alleati e persino le Nazioni Unite.

Prima della Rivoluzione Islamica del 1979, nessun altra rivoluzione aveva resistito agli Stati Uniti come la nazione iraniana. In effetti, la Rivoluzione Islamica in Iran ha aperto la strada e registrato un precedente storico per gli altri popoli che resistono all’arroganza degli Stati Uniti. L’Iran ha inviato un messaggio molto chiaro all’Occidente: i popoli dell’Asia occidentale disprezzano e odio i governi occidentali in particolare gli Stati Uniti, e sono pronti a resistere a queste potenze arroganti e imperialiste.

Pertanto, dopo la caduta del dittatore sostenuto dagli Stati Uniti in Iran, Mohammad Reza Pahlavi, nella regione sono emersi molti movimenti pronti a rovesciare i regimi satellitari degli Stati Uniti. La liberazione del “covo di spie” è stato l’atto finale della Rivoluzione Islamica e da allora, la nazione iraniana continua ad essere una fonte di ispirazione per la Resistenza contro le politiche interventiste e imperialiste degli Stati Uniti in tutto il mondo.

di Giovanni Sorbello

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