Rispunta la vecchia teoria del “terrorismo” per nascondere un Paese in rovina
di Salvo Ardizzone
La cronaca di questi giorni è stata occupata da due notizie a cui i media hanno dedicato pagine e pagine, passandole come eventi dirompenti: una è l’incendio di alcuni pozzetti nella stazione di Santa Viola vicino Bologna, che ha provocato ritardi e disservizi sulla rete, subito attribuito a non meglio identificati gruppi eversivi anarchici; l’altra è l’inchiesta del procuratore Fausto Cardella, a l’Aquila, con l’arresto di 14 balordi che farneticavano di mettere a ferro e fuoco tutt’Italia per impadronirsi del potere.
Inquirenti, Procure e perfino il ministro degli Interni si sono profusi in dichiarazioni su queste “minacce terroristiche”, rilanciate da stampa e televisioni con titoli di testa, pagine intere e servizi a ripetizione.
Scusate, ma tutto questo ci ricorda troppo un gioco antico, quello della “distrazione di massa”: il Paese è afflitto da mille problemi veri, a cui una classe politica indegna di questo nome è assolutamente incapace di dare risposte che aiutino la gente; il Sistema Italia si sta disfacendo, divorato dalla cinica voracità di lobby e centri di potere piccoli e grandi; è questa la realtà. Per chi gestisce il potere in conto proprio, è vitale distogliere l’attenzione da questo sfascio senza fine, dai mercanteggiamenti ignobili, dalla svendita di ciò che resta ancora, dalla sistematica obbedienza agli interessi d’altri Paesi a discapito dei nostri, e per farlo, come da sempre, è facile indicare eventi su cui indirizzare la gente per distrarla.
Gli incendi di alcuni pozzetti, come gli assurdi vaneggiamenti d’un pugno di mentecatti, susciterebbero ben poca attenzione se non fosse per l’opera dei media, ancora e sempre obbedienti e funzionali agli interessi dei centri di potere cui fanno riferimento, ancora e sempre pronti a farsi strumento di disinformazione, ancora e sempre disponibili a coprire le strategie d’un sistema di potere marcio e a puntellarlo.
