Riesplode la protesta in Tunisia, scontri tra polizia e manifestanti
Dopo anni di apparente calma riesplode la rabbia e il malessere in Tunisia, il Paese che nel 2011 diete inizio alla cosiddetta “Primavera araba”.
La polizia tunisina ha sparato gas lacrimogeni e si è scontrata ieri con centinaia di manifestanti che hanno dato fuoco ad una stazione di polizia e cercato di prendere d’assalto gli edifici del governo locale in diverse città del Paese, in una delle più grandi proteste scoppiate dalla rivolta del 2011 che portò alla cacciata di Zine El Abidine Ben Ali.
Le proteste più dure si sono verificate davanti alla sede del governo locale a Kasserine, nella Tunisia centrale. Le proteste sono iniziate questa settimana dopo il suicidio di un giovane uomo a seguito del rifiuto da parte del governo di assicurargli un lavoro. Negli scontri che sono seguiti è rimasto ucciso un poliziotto.
Scontri sono scoppiati anche nelle città di Jendouba, Beja, Skhira e Sidi Bouzid, dove i giovani hanno scandito slogan contro le politiche dell’attuale governo incapace di risolvere le gravi problematiche che da anni affliggono la popolazione tunisina.