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Resistenza irachena: grande sorpresa attende Israele 

In risposta all’escalation degli attacchi israeliani in Libano e Palestina, la Resistenza Islamica in Iraq ha compiuto negli ultimi giorni un significativo incremento nelle sue operazioni offensive qualitative ed efficaci. Ciò ha spinto il portavoce dell’esercito di occupazione israeliano, Daniel Hagari, a dire: “Stiamo seguendo le minacce provenienti dall’Iraq, raccogliendo informazioni e faremo ciò che è necessario”.

Le dichiarazioni di Hagari sono avvenute nel contesto dell’attacco della Resistenza irachena al porto di Eilat, che ha provocato vittime e danni alle strutture. Prima di ciò, la Resistenza irachena aveva annunciato di aver attaccato un obiettivo vitale nel nord della Palestina occupata con un missile da crociera “Arqab”, e poco prima aveva riferito che aveva attaccato un altro obiettivo vicino alla Valle del Giordano con droni d’attacco.

Resistenza pronta per una guerra aperta a lungo termine con Israele

Questo processo conferma ancora una volta che l’equazione dell’unità delle arene è interconnessa da una reciproca escalation. In questo contesto è degna di nota la dichiarazione rilasciata dal leader delle Brigate Sayyid al-Shuhada, Abbas al-Zaidi, secondo cui le fazioni della Resistenza irachena sono pronte per una guerra aperta a lungo termine con Israele. Ha la grande capacità e disponibilità per il sostegno militare e logistico nella “guerra di Hezbollah contro l’entità sionista in Libano. Al-Zaidi ha affermato che “la questione del sostegno alle fazioni irachene è imposta dal principio di unità delle arene, e lo sviluppo delle capacità delle fazioni negli ultimi periodi è stato principalmente finalizzato allo scambio di esperienze e alla cooperazione continua tra tutte le fazioni dell’Asse della Resistenza”.

“Le fazioni della Resistenza non si riposano, ma piuttosto lavorano per sviluppare le loro capacità militari e di sicurezza a vari livelli. Questo è il motivo per cui le fazioni della Resistenza irachena sono sempre altamente preparate a combattere una guerra a lungo termine attraverso la preparazione, armamenti e mobilitazione di massa”.

“La questione se i missili delle fazioni della Resistenza irachena raggiungano Tel Aviv e la loro profondità dipende dal piano strategico, dagli sviluppi degli eventi e dalla visione dell’Asse della Resistenza nei territori. Il suo messaggio più importante è l’avvertimento che: “Se Israele intraprendesse un’invasione di terra, le fazioni della Resistenza irachena avrebbero una grande sorpresa. Potremmo aprire fronti in Libano, Siria e persino sul lato giordano”.

Resistenza irachena possiede tecniche di guerra elettronica?

Il successo delle operazioni della Resistenza irachena ha portato alcuni esperti e osservatori a stimare, sulla base di un’attenta analisi degli attacchi, che potrebbe possedere e ottenere tecnologie di guerra elettronica, in particolare “radar stealth” nella sua forza aerea di droni.

Ciò che rende probabile questa valutazione è la presenza di numerosi esperti specializzati presso la Resistenza irachena, e non esclude l’esistenza di una cooperazione tecnica con le forze armate yemenite, compresa la sala operativa dell’Asse della Resistenza. I recenti attacchi sono stati in grado di ottenere colpi diretti, come è successo con la base di Ein Yahav nel Wadi Araba e l’obiettivo militare del Golan, così come nell’attacco a Eilat.

Sostegno di soccorso

Questa escalation militare è stata accompagnata da un’ampia interazione negli ambienti ufficiali, popolari, politici e religiosi in Iraq, con l’appello dell’autorità, Sayyed Ali al-Sistani, a fornire assistenza al Libano. Sono state lanciate campagne per raccogliere e inviare donazioni e aiuti umanitari in varie forme finanziarie. Ciò è stato rafforzato dall’annuncio del Primo Ministro, Muhammad Shiaa Al-Sudani, che ha predisposto ponti aerei e terrestri per fornire soccorso al popolo libanese. Il Ministero della Sanità iracheno ha inoltre annunciato di essere pronto a ricevere i feriti negli ospedali del Paese per essere curati. Molte istituzioni affiliate ai Santi Santuari e al seminario hanno annunciato la loro disponibilità ad accogliere gli sfollati libanesi.

Nello stesso contesto, le Forze di mobilitazione popolare hanno annunciato l’invio del primo convoglio di aiuti via terra verso il Libano, comprendente forniture mediche e alimentari, oltre a lanciare una campagna di donazioni a sostegno del popolo libanese e a preparare luoghi specifici per ricevere aiuti da inviare in Libano.

di Redazione

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