Asse della ResistenzaPrimo Piano

Resistenza, quale futuro dopo la morte dei leader

Cosa succede dopo il martirio del capo dell’ufficio politico di Hamas, Yahya Sinwar? Una domanda che sicuramente si saranno posti in tanti. Cosa succederà dopo che tutto questo sangue puro sarà stato versato da Gaza al Libano? È una domanda che ci si pone da tempo ogni volta che il nemico israeliano assassina un leader della Resistenza in Libano e Palestina. C’è chi crede che l’assassinio di Sinwar e di altri possa portare all’indebolimento dei movimenti di Resistenza. Non c’è dubbio che l’assassinio di leader della grandezza di Al-Sinwar e prima di lui Ismail Haniyeh e Sayyed Hassan Nasrallah, costituiscono momenti duri e dolorosi per tutto l’Asse della Resistenza.

Ma esiste una persona sana di mente a questo mondo che crede che l’assassinio di alti dirigenti possa eliminare un movimento di Resistenza, o che possa fargli abbandonare la causa? È ragionevole credere che le bugie israeliane e americane con cui vengono ingannate le persone ingenue nel mondo, che l’assassinio dei leader della Resistenza li spinga a fare concessioni, o che possa permettere al nemico di imporre oggi le sue condizioni, sia a Gaza o in Libano? Non sono tutti quelli che pensano in questo modo delirante e soprattutto, non capiscono la realtà di questa Regione in termini di sacrifici che durano da decenni.

Martirio e Resistenza

Per coloro che si interrogano sulle conseguenze dell’assassinio dei martiri della Resistenza, possiamo riferirci alla storia della stessa e all’assassinio dei suoi giovani e dei suoi dirigenti. Cosa è successo al movimento di Hamas dall’assassinio di leader come Yahya Ayyash, Sheikh Ahmed Yassin, Abdel Aziz Al-Rantisi e altri? Il movimento ha rallentato, si è indebolito?

Cosa è successo al movimento del Jihad Islamico dopo l’assassinio del suo fondatore, il martire Fathi Al-Shaqaqi, il martire Bahaa Abu Al-Atta, il martire Tayseer Al-Jaabari e altri? Il movimento è crollato oppure è aumentato in forza e solidità?

Che cosa è successo alla Resistenza Islamica in Libano dopo l’assassinio dello sceicco, Sheikh Ragheb Harb, nel 1984? Cosa è successo da quando il nemico israeliano ha assassinato nel 1992 Sayyed Abbas al-Moussawi, segretario generale di Hezbollah? Allora, cosa è successo a questa Resistenza con il martirio di alti leader come Seyyed Hashem Saffiedine, Hajj Ali Deeb, Hajj Imad Mughniyeh, Sayyed Mustafa Badr al-Din, Hajj Hassan al-Laqis e altri?

Il sentiero che sta percorrendo l’Asse della Resistenza è stato tracciato grazie ai fiumi di sangue versato dai suoi combattenti, leader compresi. Questi fiumi di sangue sono garanzia per il proseguimento di questo percorso, sono forza per forgiare nuovi combattenti e mantenere viva la fede. Sono i martiri a precedere questa marcia verso la giustizia e la libertà. La morte può uccidere un combattente, non certo l’idea e la fede che porta dentro il suo cuore. Nonostante i tanti precedenti, questo concetto per Israele resta inconcepibile. Grazie a Dio.

di Redazione

Mostra altro

Articoli correlati

Lascia un commento

Pulsante per tornare all'inizio

IlFaroSulMondo.it usa i cookies, anche di terze parti. Ti invitiamo a dare il consenso così da proseguire al meglio con una navigazione ottimizzata. maggiori informazioni

Le attuali impostazioni permettono l'utilizzo dei cookies al fine di fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Se continui ad utilizzare questo sito web senza cambiare le tue impostazioni dei cookies o cliccando "OK, accetto" nel banner in basso ne acconsenterai l'utilizzo.

Chiudi