Resistenza ha accettato il cessate il fuoco per ragioni tattiche e strategiche

Il movimento principale della Resistenza palestinese, Hamas, non ha accettato tutte le disposizioni della proposta di Trump. Ha collegato le fasi successive – come il disarmo o le decisioni sul futuro politico di Gaza – a un consenso interno palestinese, insistendo sul fatto che tali questioni debbano essere risolte solo attraverso una volontà nazionale unitaria.
L’accettazione condizionata di Hamas è radicata nella sua responsabilità nei confronti del popolo palestinese, affinché non venga percepita come responsabile della continuazione degli attacchi israeliani. Questa accettazione ha ragioni tattiche e strategiche, per permettere al popolo palestinese di respirare dopo due anni di assedio, devastazione e carestia.
La Resistenza non finirà finché persisteranno le politiche di occupazione e di sfollamento. La Resistenza non è una scelta, ma una reazione naturale al furto di terre e alla negazione dell’identità. Finirà solo quando l’altra parte riconoscerà il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, cosa improbabile data l’attuale struttura sociale e politica dell’entità israeliana.
Disarmare la Resistenza è impossibile
La possibilità di disarmare i movimenti di Resistenza in Libano e Palestina è praticamente impossibile. Questi gruppi non sono emersi dal nulla, ma come una reazione naturale all’occupazione, alla negazione dell’identità e alla violenza organizzata israeliana. La Resistenza palestinese continuerà finché l’occupazione non sarà finita, i territori non saranno liberati e il popolo palestinese non avrà raggiunto l’autodeterminazione.
Gli appelli israeliani e occidentali a disarmare Hamas ed Hezbollah non sono una novità, risalendo al 2000, quando Israele si ritirò dal Libano meridionale. Anche dopo quel ritiro, Israele ha continuato a esercitare pressioni politiche e diplomatiche sulla Resistenza. Dopo il 7 ottobre, è tornato a colpire militarmente Libano, Siria e Yemen, cercando di indebolire l’Asse della Resistenza nel suo complesso.
Nonostante gli annunci di cessate il fuoco, Israele continua a bombardare quotidianamente il Libano e la Siria, dove Hezbollah e l’Iran non sono più massicciamente presenti: i raid aerei israeliani avvengono quasi ogni giorno. Questo dimostra che l’obiettivo di Israele non è combattere il terrorismo o le armi illegali, ma eliminare qualsiasi forza che si opponga al suo progetto coloniale nell’Asia occidentale.
La narrazione sionista stessa nega l’esistenza di un popolo palestinese ed etichetta ogni forma di Resistenza come terrorismo. In questa narrazione, persino il cosiddetto ‘buon arabo’ è un arabo morto”. Finché persisterà questa negazione, finché continuerà l’occupazione e finché tutta la Palestina, compresa la Cisgiordania, Gaza e i territori del 1948, rimarrà sotto il controllo israeliano, la Resistenza durerà in tutte le sue forme: politica, popolare e armata.
di Redazione



