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Report sulle violenze della polizia statunitense: 385 vittime nel 2015

di Cristina Amoroso

Mentre infuria negli Stati Uniti un dibattito nazionale sull’uso della violenza da parte della polizia, soprattutto nei confronti delle minoranze, il Washington Post ha documentato in un database ogni informazione sulle sparatorie con vittime avvenute nel 2015, in aggiunta ai dati degli agenti di polizia in servizio, uccisi da armi da fuoco, per cercare di esaminare globalmente il problema.

Ne è risultato un report, pubblicato sabato scorso, i cui dati si riferiscono esclusivamente a sparatorie e non includono le uccisioni dovute ad altri mezzi, come a pistole stordenti e a decessi in custodia della polizia.

Utilizzando interviste, rapporti di polizia, resoconti di notizie locali ed altre fonti, il Washington Post ha monitorato più di una dozzina di dettagli su ogni incidente in cui un agente di polizia, mentre era in servizio, ha sparato e ucciso un civile (età, razza, sesso, localizzazione e circostanze generali, se la persona era armata e, in caso affermativo, con quale tipo di arma). Il risultato è un esame senza precedenti di queste sparatorie, molte delle quali sono iniziate come incidenti di poco conto, sfociati poi in inaudita violenza col morto.

Secondo il rapporto sono 385 le vittime della polizia degli Stati Uniti uccise nel corso dei primi cinque mesi del 2015, con una media di più di due sparatorie mortali al giorno, con un tasso di mortalità doppio di quelli conteggiati dal governo federale nel corso degli ultimi dieci anni, incompleto secondo la stessa ammissione dei funzionari.

“I dati ufficiali sono grossolanamente sottostimati”, ha dichiarato Jim Bueermann, un ex capo della polizia e presidente della Fondazione di polizia con sede a Washington, un’organizzazione no-profit che lavora per migliorare l’applicazione della legge. “Non ridurremo mai il numero delle sparatorie della polizia, se non cominciamo a monitorare con precisione le informazioni”.

Lo studio dimostra che quasi la metà delle vittime apparteneva a minoranze, ma secondo i dati anagrafici due terzi delle vittime inermi erano afro-americani o ispanici. Nel complesso la polizia Usa ha ucciso i neri tre volte di più dei bianchi.

La stragrande maggioranza delle vittime – oltre l’80 per cento – erano armati con oggetti potenzialmente letali, soprattutto pistole, ma anche coltelli, machete, oggetti contundenti e, in un caso, una pistola sparachiodi. Quarantanove persone non avevano armi, mentre le pistole di altri 13 si sono rivelate giocattoli. In tutto, il 16 per cento portavano una pistola-giocattolo o erano disarmati.

L’analisi fa luce anche sulle situazioni che più frequentemente hanno dato luogo a sparatorie mortali. Circa nella metà dei casi, la polizia rispondeva a persone in cerca di aiuto per disordini interni e altre situazioni sociali complesse: una persona senza fissa dimora che si comporta in modo irregolare, un fidanzato che minaccia con violenza, un figlio che cerca di uccidersi. Sono 92 le vittime – quasi un quarto di quelli uccisi – che sono state identificate dalla polizia o dai membri della famiglia come malati mentali. L’altra metà di sparatorie riguardava reati non domestici, come rapine, o funzioni di routine che occupano agenti di pattuglia. Decine di altre persone sono morte anche fuggendo dalla polizia, il 20 per cento di queste erano disarmate, secondo il rapporto.

Gli agenti di polizia sono autorizzati ad usare la forza letale solo nel caso in cui temono per la loro vita o per la vita di altri. Finora, dei 385 morti per sparatorie mortali, solo in tre decessi l’agente di polizia è stato accusato di un crimine, meno dell’1 per cento.

Diversi capi di polizia ed altri funzionari della giustizia penale hanno detto che è tempo che la polizia si assuma la responsabilità per lo spargimento di sangue. Essi hanno sostenuto che la maggior parte degli omicidi, esaminati dal Post, dipende dallo scarso numero delle forze dell’ordine. “Dobbiamo andare oltre ciò che è legale e iniziare a concentrarsi su ciò che è prevenibile. La maggior parte sono prevedibili”, ha dichiarato Ronald L. Davis, un ex capo della polizia, che dirige l’Ufficio del Dipartimento di Giustizia della Comunità.

La polizia “deve smettere di inseguire i sospetti, saltando recinzioni e cadendo su qualcuno con una pistola”, ha detto Davis. “Quando lo fanno, non hanno altra scelta che sparare”.

Intanto, secondo l’analisi del Washington Post, finora il bilancio delle vittime per il 2015 è vicino a 2.6 al giorno. Con questo ritmo, la polizia avrà ucciso quasi mille persone entro la fine dell’anno. Quanti agenti di polizia saranno incriminati per il 2015, se per le migliaia di sparatorie mortali per mano della polizia negli Stati Uniti negli ultimi dieci anni solo 54 agenti sono stati accusati?

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