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Renzi, la Cina e le occasioni perdute

Renzi, dopo la comparsata elettorale in Sicilia, è volato in Sardegna per incontrare il presidente cinese Xi Jinping. Xi, che proveniva dalla Cop22, la Conferenza sul clima tenutasi in Marocco, si è fermato ufficialmente per uno scalo tecnico prima di proseguire per un viaggio in America Latina.

incontro-renziIn realtà, si è usata la formula dello “scalo tecnico” unicamente per dare al meeting un aspetto informale, perché informali erano i contenuti dell’incontro, ma rilevanti, eccome. Xi ha invitato formalmente Renzi a sintonizzare le strategie di sviluppo economico ed infrastrutturale dell’Italia con il colossale progetto cinese Una Cintura, Una Via”, ovvero “Le Nuove Vie della Seta”, con cui Pechino intende unire la Cina all’Europa.

Nei programmi cinesi, l’Italia, per la sua posizione nel Mediterraneo, sarebbe il punto di raccordo ideale fra rotta marittima e quella terrestre del progetto. E questo malgrado sia in concorrenza non solo con i grandi porti del Nord Europa come Rotterdam, ma anche col Pireo che i cinesi controllano già e che programmano di collegare con il cuore dell’Europa con una ferrovia lungo i Balcani.

Per l’Italia è l’ultima chiamata perché, se ciò avvenisse, verrebbe marginalizzata dall’intera operazione insieme ai porti di Venezia e Trieste. Che sarebbero destinati a morte certa.

Ma c’è un altro messaggio che Xi ha rivolto a Renzi: prima del Brexit Pechino puntava su Londra come porta d’ingresso nella Ue e per ottenere lo status, a lungo rincorso, di economia di mercato; adesso il Presidente cinese ha chiesto all’Italia un ruolo attivo per lo sviluppo dei rapporti fra Cina ed Europa. Insomma Roma sarebbe chiamata a svolgere la funzione di mediatrice fra Pechino e la Ue.

Inutile sottolineare l’enormità dell’opportunità, sia in termini economici che di accresciuto peso politico. Il fatto è che le due colossali offerte di Pechino prevedono tre cose per essere colte: un Governo con le idee chiare e solide competenze; un Sistema Paese coeso e capace d’investire su un enorme progetto di sviluppo; un leader forte, in grado d’intestarselo e portarlo a compimento. Esattamente quello che l’Italia non ha.

Abbiamo un Governo che nel migliore dei casi galleggia grazie a mezzucci da magliari; un Sistema Paese che fa Grandi Opere quando sono inutili oppure ci rinuncia direttamente e, quanto al Premier, francamente ci vien da ridere pensare a Renzi come interlocutore di Xi Jinping. Roba che solo Crozza saprebbe rendere.

Saranno le ennesime occasioni perse di un’Italia paralizzata e succube, che si divide su tutto fuorché la Nazionale di calcio. In fondo, è amaro dirlo, è proprio Renzi il Premier per un simile Paese irredimibile.

di Salvo Ardizzone

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