Renzi, il giullare alla Corte del Re
Vedere Renzi pavoneggiarsi pietosamente alla Casa Bianca, come se quegli onori fossero per lui, più che stucchevole fa solo vergognare. La “State Dinner” offerta da Obama, la 13^ e ultima del suo doppio mandato, è ovviamente tutt’altro che un riconoscimento ad uno statista (semplicemente inesistente), ma risponde a precise esigenze geopolitiche dell’establishment di Washington, a cui il suo re, anche se a fine regno, doveva adeguarsi. Gli ultimi ordini a un servitore, che un padrone in difficoltà ammanta di onori talmente spropositati da risultare una caricatura, e Renzi è il giullare abituato ai resti della cucina che viene posto dal re a capotavola.
Il quadro europeo pone tre obiettivi immediati a una Washington in evidente difficoltà nello scenario internazionale: riequilibrare la presa sull’Europa, trovando nuovi canali dopo che la Brexit l’ha privata dell’influenza inglese; limitare le politiche di austerity tedesche, che danneggiano gli interessi di Wall Street; rilanciare il contenimento della Russia, che trova sempre più tiepidi gli europei.
Puntando sull’Italia Washington non corre il rischio che essa alzi la testa e segua un’agenda propria (non l’ha mai avuta); appoggiandola nel suo confronto con la Germania (il competitor europeo degli Usa) fa gli interessi della propria finanza e richiamandola all’ordine nei rapporti con la Russia, blocca una fronda sia pur esitante, trasferendo la crescente opposizione a politiche suicide, che pure in qualche modo sta montando, dalla Casa Bianca al Governo.
In tutto questo l’Italia è il Paese ideale per la pochezza del suo ceto politico, e Renzi il soggetto perfetto: un giullare spaesato a cui basta blandire l’ego ipertrofico per fargli dichiarare, come ha fatto, che: “L’agenda dell’Italia è quella degli Stati Uniti”. Se non fosse esistito, il Dipartimento di Stato avrebbe dovuto faticare per trovarne un altro; così si spiega lo sfacciato endorsement di Obama, che è giunto a dichiarare testualmente: “Gli Stati Uniti sostengono le riforme di Matteo Renzi”, e ancora: “Tifo per Matteo e dovrebbe restare anche se vince il No”.
La spudorata intromissione nelle vicende interne italiane è consuetudine per gli inquilini della Casa Bianca, non è questo il punto; il fatto è che Renzi e il suo ectoplasma di Governo, per la loro inconsistenza e sudditanza, sono quanto di più funzionale agli interessi Usa che si possa immaginare al momento in Italia; è questo alla radice della cena offerta da un re a fine regno al suo giullare.
di Redazione