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Regno Unito. Malati di mente imprigionati nelle case di cura

di Cristina Amoroso

Decine di migliaia di malati mentali in Gran Bretagna sono stati rinchiusi come prigionieri nelle case di cura. Lo afferma uno schiacciante rapporto, secondo il quale i pazienti sono costretti in case di cura contro la loro volontà, mentre le garanzie offerte per proteggerli diventano strumenti di oppressione.

“L’evidenza suggerisce che decine di migliaia di persone vengono privati della loro libertà, senza la protezione della legge, e senza la protezione che il Parlamento intende”, ha detto il presidente della commissione Signor Hardie. La relazione ha rilevato l’uso improprio delle leggi sulla salute mentale.

In particolare il Mental Capacity Act del 2005 che aveva introdotto una serie di principi volti a tutelare le persone con malattie mentali, compresi quelli con demenza o con grave difficoltà nell’apprendimento, si è rivelato un fallimento ed una ritorsione contro i pazienti diventati di fatto veri e propri prigionieri all’interno delle case di cura.

La relazione ha rilevato che gli assistenti sociali, operatori sanitari e altre persone coinvolte nella cura degli adulti vulnerabili non conoscono a fondo l’atto e non riescono ad attuarlo .
La relazione, istituita da un comitato ristretto della Camera dei Lord per esaminare come l’atto stia lavorando in pratica, ha concluso che la legislazione “non funziona affatto bene”.
“Eravamo molto preoccupati per quello che abbiamo sentito parlare riguardo alle garanzie”, ha affermato il presidente della commissione, aggiungendo: “In alcuni casi le misure di salvaguardia vengono deliberatamente usate per opprimere gli individui e per forzare le decisioni su di loro, indipendentemente da quali azioni possano essere nel loro interesse”.

Di fronte a chi sostiene, come il Signor Hardie, che il Mental Capacity Act del 2005 sia buono in sé, ed abbia solo bisogno di essere implementato, Shami Chakrabarti, direttore dell’organizzazione per i diritti umani Liberty, ha chiesto una nuova legislazione ed una revisione indipendente per valutare la detenzione delle  persone malate, mentre il ministro della Salute Lamb ha affermato che è “assolutamente inaccettabile privare illegittimamente persone vulnerabili dei loro diritti”.

Non sono solo questi i problemi umani e sociali molto acuti  del sistema britannico in relazione ai malati mentali. Secondo l’ associazione no profit Rethink Mental Illness i tagli della Coalizione di Governo in questo settore hanno messo a rischio molti giovani che, soffrendo sin dalle prime fasi della psicosi, non ricevono alcun aiuto potenzialmente salvavita in aree completamente prive di servizi di intervento precoce. I tagli, alcuni addirittura del 20 %,  hanno significato la creazione di una “generazione perduta” di giovani.

Un’altra relazione illustra la portata della crisi che colpisce i servizi di salute mentale del Regno Unito, l’associazione no-profit The Mind ha detto ultimamente che 30mila persone con problemi di salute mentale hanno perso la loro assistenza sociale dal 2005. Tagli ai bilanci dei governi locali imposti dalla Coalizione di Governo hanno portato ad un deficit di  90milioni di sterline nel campo della salute mentale, del finanziamento dell’assistenza sociale.

Nel frattempo, la mancanza di disponibilità di posti letto nei reparti di salute mentale ha portato a un forte aumento del numero di giovani pazienti di salute mentale costretti a rimanere in reparti per adulti, secondo  i dati ufficiali. Il Centro di informazione sanitaria e sociale ha dichiarato che 250 minori di 18 anni in Inghilterra sono stati curati in reparti per adulti tra aprile e novembre 2013, più che in tutto l’anno 2012/13.

In tutta Europa, dove aumentano i tagli alla Sanità mentre cresce il disagio sociale, sulle categorie più esposte e vulnerabili, va a colpire la violenza di una società che difende a parole i diritti umani ma che in realtà non riesce a tutelare nemmeno con una legge i malati di mente, siano essi cronici che giovani.

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