Referendum, il Sì trionfa. Alle regionali solo conferme
Il referendum sul taglio dei parlamentari ha mantenuto le promesse della vigilia trionfando con il 70% dei voti. Più di due italiani su tre si sono espressi a favore del taglio dei parlamentari. A poco è servita l’aggressiva campagna per il No messa in atto, forse tardivamente, da Repubblica, L’Espresso e il Manifesto. Una campagna che ha visto convogliare per il No nomi di assoluto pregio, ma ha prevalso l’odio per “la casta”. Una presunta miglioria delle condizioni della nazione ed un altrettanto presunto risparmio di 70 centesimi l’anno che rimarrebbero nelle tasche dei cittadini, hanno avuto vita facile nel far presa sull’immaginario collettivo. I parlamentari diminuiranno, ma non c’è una reale riforma elettorale per metterla in atto e né il governo pare avere la forza per votarne una in tempi brevi.
Regionali
Per quanto riguarda le regionali, disbrigata agevolmente la pratica del Veneto dove Zaia ha vinto con il 75% delle preferenze. Si è facilmente risolta anche la questione della Liguria dove la riconferma di Toti non è mai stata in dubbio. L’attuale governatore si riconferma con il 53,5% dei voi ma dovrebbe far riflettere il buon risultato ottenuto dal giornalista Ferruccio Sansa, l’unico nome sotto la quale si sono riuniti Pd e M5S, riproponendo lo schema dell’attuale maggioranza di governo. Sansa arriva vicino ad un 40% che potrebbe aprire nuovi scenari nelle future alleanze elettive.
L’attenzione però è tutta rivolta all’altra Regione “Rossa” per eccellenza, la Toscana, dove Salvini si è giocato tutto. In Toscana così come in Emilia l’armata leghista si arresta perché il candidato del Centro Sinistra Giani vince con il 48,6, mentre la Ceccardi è attestata ad un 40,4%.
In Puglia, altra regione data in bilico nei sondaggi, Emiliano dopo un iniziale testa a testa con Fitto ha preso il largo vincendo con il 46,9%, mentre il candidato di Fratelli d’Italia si fermerebbe intorno al 38,9%.
Conferma anche in Campania, dove Vincenzo De Luca ha agilmente vinto con il 69,6% contro una vecchia conoscenza della regione, il candidato Stefano Caldoro ex pupillo di Silvio Berlusconi.
M5S esulta per il referendum ma sparisce dai radar delle regionali
In tutto ciò il Movimento 5 Stelle, prima forza di governo, esulta solo per il risultato del referendum. Un partito, che ha perso percentuali e l’appeal delle politiche del 2018, è nettamente sparito dai radar delle regionali. I suoi candidati, esclusa la Liguria, hanno ricevuto percentuali da prefisso telefonico. Da registrare la figura barbina del partito di Renzi che in Puglia ha candidato Ivan Scalfarotto dato dallo 0,5% al 4,5%.
di Sebastiano Lo Monaco